mercoledì 13 marzo 2013

L’offerta di Bersani che Grillo non avrebbe potuto rifiutare in Formiche 12 marzo



L’offerta di Bersani che Grillo non avrebbe potuto rifiutare
12 - 03 - 2013adv L'offerta di Bersani che Grillo non avrebbe potuto rifiutare
Il “vincitor perdente”, Pierluigi Bersani, ha proposto al M5S otto punti su cui Formiche.net ha aperto un dibattito. A mio avviso, l’offerta è tale che ad essa il M5S non può non opporre un netto rifiuto, rendendo ancora più difficile la posizione del gruppo dirigente del Pd all’interno anche del partito.
In primo luogo, Bersani avrebbe dovuto – come sottolineato da Luigi Zingales ed altri – presentare al M5S una “offerta che non si può rifiutare”, recependo le istanze più giustificate e più ovvie del M5S specialmente in materia di “azzeramento” del finanziamento pubblico (di Stato, Regioni, Comuni) della politica da sostituire con finanziamenti privati (con un tetto di 10.000 euro a soggetto) deducibili.
Ormai si fa politica a basso costo con la rete ed utilizzando, per riunioni, sale pubbliche (ad esempio dei municipi) occupate non più di un paio di volte la settimana a fini istituzionali. Da cinque anni, le famiglie italiane si impoveriscono mentre alcuni partiti si ingrassano: i “rimborsi elettorali” del Pd sono pari a circa quattro volte il bilancio del Partito.
In secondo luogo, dato che la base sociale del M5S è in gran parte composta da giovani professionisti o imprenditori (l’80% dei parlamentari del M5S hanno una laurea rispetto a meno del 40% del Pd), Bersani avrebbe dovuto tracciare un programma di crescita partendo da elementi urgenti quali: a) pagamento dei debiti della amministrazioni centrali e locali alle imprese; b) utilizzazione dei “risparmi” dall’azzeramento dei contributi ai partiti ed ai loro giornali per i) rete di tutela sociale; ii) contratti di sviluppo per imprese emergenti; iii) ristrutturazioni di imprese in difficoltà ma con buon potenziale; iv) “patti” tra amministrazioni e privati per lo sviluppo locale.
In terzo luogo, a questi due elementi urgenti avrebbe dovuto affiancare un programma di medio termine: a) infrastrutture eco-compatibili; b) riassetto della scuola, della formazione professionale e delle università; c) un’azione in Europa per rivedere il Fiscal Compact e permettere la “golden rule” almeno per gli investimenti co-finanziati con le istituzioni europeo.
Anche il M5S ha tutto l’interesse a vedere crescere la propria rendita di posizione mentre Bersani si arrabatta in modo inconcludente, avrebbe avuto difficoltà ad opporre un “No” netto a tale offerta.

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