martedì 26 marzo 2013

Accordo per guadagnare tempo che mina l’unione bancaria in Avvenire 26 marzo



l’analisi Accordo per guadagnare tempo che mina l’unione bancaria


DI GIUSEPPE PENNISI L’ intesa raggiunta tra la troika e il Go­verno cipriota è un bicchiere che può sembra­re o mezzo pieno o mezzo vuoto. È naturale che tanto la troika quanto il governo (che deve difenderlo in Par­lamento e farlo ratificare) pongano l’accento sugli a­spetti positivi. Ce ne sono, però, di negativi sia per quanto attiene alla po­sizione di Cipro nell’unione mo­netaria sia per quanto concer­ne l’intera area dell’euro (e spe­cialmente i Paesi in diffi­coltà).

Il meccanismo per evitare il collasso del sistema banca­rio e dell’economia cipriota è complesso. Non solamen­te, è possibile che non tutti gli ingranaggio funzionino (anche in caso di spedita ra­tifica parlamentare) , ma – come sottolinea Moody’s – l’intesa serve principal­mente a guadagnare tempo, evitare l’insolvenza nell’im­mediato e rendere possibi­le la messa in atto di drasti­che politiche economiche e finanziarie da mantenere per diversi anni. Moody’s e­sprime scetticismo sulla te­nacia e perseveranza dei ci­prioti. Non mancano sirene che li invitano a voltare le spalle alla troika, a dichia­rare l’insolvenza e a stringe­re legami con altri. Oltre al­la Russia e all’Ucraina, la stessa Turchia si è mostrata disposta a concludere un accordo complessivo che comporti la riunificazione con la metà settentrionale dell’isola ed un’unione mo­netaria. Le immagini che la TV cipriota trasmette ogni sera dell’impoverimento della Grecia non contribuiscono né alla ratifica dell’intesa né al­le politiche di medio e lungo termine. Se la piccola pedina cipriota salta dall’eurozona, le conseguenze potrebbero essere gravi per i Paesi ad alto debito e si rafforzerebbe l’ipotesi , già delineata su Avvenire, di un euro A ed un euro A: ora il primo ha pure un nome 'guldenmark'.

Anche ove questo fosco sce­nario non si verificasse, la vicenda cipriota ha dato un colpo mortale alle prospet­tive dell’unione bancaria europea. Nella proposta i­niziale della troika, veniva fatto a pezzi uno dei tre pi­lastri dell’unione in costru­zione – l’armonizzazione della garanzia sui depositi bancari sino ad un tetto contenuto ma adeguato – e non si prendeva neanche in considerazione il secondo – l’azione comune del siste­ma bancario europeo nei confronti di istituti in diffi­coltà temporanea. Nella ver­sione della sera del 24 mar­zo, si salvaguardia la garan­zia sui depositi sino a 100mila euro, ma non è chiaro cosa avverrà a quelli «congelati» e non c’è alcun cenno di azione comune. L’unione bancaria era stata concepita come uno sga­bello a tre gambe. Ora ne ha una sola: le regole per la vi­gilanza comune. Malferma perché le specifiche sem­brano cambiare ad ogni riu­nione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Manca l’azione comune nei confronti di istituti in difficoltà temporanea



http://avvenire.ita.newsmemory.com/newsmemvol1/italy/avvenire/20130326/p092603pec1.pdf.0/img/Image_6.jpg

Nessun commento: