lirica
Torna il «Macbeth» geniale di Brockhaus
Torna il «Macbeth» geniale di Brockhaus
DA JESI GIUSEPPE PENNISI I n occasione del decennale della morte del grande scenografo ceco Josef Svoboda, tre teatri hanno coalizzato le loro forze per riproporre uno spettacolo di grande impatto e costo contenuto: Macbeth di Verdi che, presentato a Roma nel 1995 con la regia di Henning Brockhaus ha viaggiato in mezzo mondo sino al 2003, quando scene e costumi vennero rottamati. Le scene sono state ricostruite: una filigrana di metallo leggero su cui sono proiettate (varie tonalità di grigio e fasce di rosso sangue) immagini in sintonia con l’azione scenica e con la partitura. Brockhaus e Nanà Cecchi hanno appena ritoccato la regia. Dopo tre recite a Jesi (la prima mercoledì), lo spettacolo inaugurerà la stagione del Carlo Felice a Genova in dicembre e si vedrà a Trieste in marzo; si mormora di una tournée in estate-autunno 2013 per quello che è uno dei migliori spettacoli della stagione.
Svobova e Brockhaus hanno meglio di altri compreso il dramma intimo di Verdi quando lavorava a Macbeth. Aveva perso la fede, a ragione della morte della moglie e dei figli, ma era tormentato dal dubbio: quindi, accanto a una Lady assetata di potere, pongono un Macbeth torturato dai rimorsi e alla ricerca del significato dell’avventura terrena. A differenza di edizioni recenti (come quella diretta da Muti a Salisburgo e a Roma) non interpolano varie versioni ( Verdi compose tre differenti Macbeth) ma utilizzano la partitura del 1847 per Firenze. Giampaolo Maria Bisanti (maestro concertatore) lavora con un organico orchestrale relativamente piccolo da cui estrae grande sonorità (specialmente nei momenti come il brindisi al secondo atto). Le scene di Svoboda e i costumi di Cecchi sono una lezione di come con materiali poveri si può fare uno spettacolo avvincente e coinvolgente.
Tiziana Caruso è una Lady di grande presenza scenica: un soprano drammatico di agilità di livello, merce rara di questi tempi. Luca Salsi è un Macbeth più afflitto dai rimorsi che inebriato dalla brama del potere. Thomas Yun (Macduff) è un generoso tenore spinto con volume da vendere, ma linea vocale da curare, Dario di Vietri (Malcom) un tenore lirico dal timbro molto chiaro.
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