giovedì 15 novembre 2012

L'Italia ed il bicentenario di Wagner in Formiche novembre

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Palchi
e platee
di Beckmesser
Nel 2013 ricorre il bicentenario
della nascita non solo di Giuseppe
Verdi (di cui abbiamo trattato in
Formiche di ottobre) ma anche di
Richard Wagner. In tutti i maggiori
teatri tedeschi si propongono la
tetralogia L’Anello del Nibelungo,
ma anche gran parte degli altri
suoi musikdrama e le prime tre
opere da lui stesso successivamente
ripudiate. Suonano all’insegna
di Wagner anche teatri di altri
Paesi e di altri continenti poiché,
nonostante abbia composto relativamente
poco (appena 40 ore
di musica, escludendo i tre lavori
giovanili) viene riconosciuto anche
come il padre della musica contemporanea:
in Tristan und Isolde
ed in Parsifal c’è il germe della
dodecafonia. Il Metropolitan opera
di New York porterà in diretta in
circa 1500 sale appositamente
attrezzate L’Anello del Nibelungo
nell’allestimento spettacolare di
Robert Lepage (per metterlo in
scena è stato rifatto il palcoscenico
del Teatro); purtroppo mancano
all’appello le sale italiane dove,
nel circuito micro cinema, verrà
presentato in diretta da New York
Parsifal.
In Italia sono state annunciate
due edizioni integrali de L’Anello.
La Scala presenta il ciclo due volte
in estate nell’allestimento (in
coproduzione con la Staatsoper di
Berlino) di cui nelle ultime stagioni
sono state viste le varie opere al
passo di una l’anno, mentre il
Teatro Massimo di Palermo propone
le quattro opere (due ad inizio
stagione e due al termine) in una
nuova produzione curata da Graham
Vick. Il 7 dicembre, La Scala
inaugura la stagione con un nuovo
allestimento di Lohengrin e in
primavera offre una nuova produzione
de Der fliegende Hollander
(L’Olandese volante).
In effetti, Der fliegende Hollander
è l’opera di Wagner più gettonata
in Italia nella stagione 2012-
2013; oltre che alla Scala, è in
programma al Regio di Torino
(dove apre la stagione), al Comunale
di Bologna ed al San Carlo di
Napoli. Inoltre, l’As.Li.Co di Como
ne produrrà un’edizione speciale
per ragazzi che coinvolgerà i teatri
della Lombardia e di altre regioni,
sino a Roma, per far conoscere
Wagner a 130mila ragazzi.
Si dà il caso che nel lontano
1954, L’Olandese volante sia stata
la prima opera in assoluto vista e
ascoltata dal vivo dal vostro “chroniqueur”,
allora dodicenne. Quali
le ragioni del favore? Der fliegende
Hollander, prima delle dieci opere
riconosciute da Wagner come
musikdrama dell’avvenire, viene
scelta principalmente per ragioni
di bilancio: è relativamente breve
(Wagner voleva che venisse eseguita
senza intervalli), richiede un
organico di normali dimensioni, ha
parti facilmente orecchiabili (quali
La ballata di Senta).
Solamente La Fenice azzarda Tristan
und Isolde, ma ne promette
un’edizione di gran lusso all’inaugurazione
della stagione. Tra i
lavori che mancano all’appello, nei
teatri, spicca soprattutto Die Meistersinger
von Nürnberg (I Maestri
cantori di Norimberga), l’unica
commedia in musica, nonché il
lavoro che Theodor Adorno definì
come “la migliore e la maggiore
espressione del genio occidentale”.
In effetti, non solamente è
l’opera più lunga di Wagner (circa
quattro ore e mezza di musica),
ma richiede un organico enorme
sotto il profilo sia strumentale
sia vocale e corale. Negli ultimi
vent’anni in Italia si ricordano
soltanto tre edizioni di livello: a
Trieste, alla Scala e al Maggio
Fiorentino.
Sono, però, in programma due
vere chicche. In primavera, il
Teatro dell’Opera di Roma presenta
la versione integrale di Rienzi
der letzte der Tribunen (Rienzi,
l’ultimo dei Tribuni), uno dei lavori
giovanili di Wagner (lo vidi a
Washington nel 1982), di cui si
ricorda un’unica edizione italiana,
in traduzione ritmica e fortemente
tagliata, nel lontano 1962 alla
Scala. Trieste porta in Italia Das
liebesverbot oder Die Novize von
Palermo (Il divieto d’amare o La
Novizia di Palermo) che, sino ad
ora è stata messa in scena, unicamente,
nel 1991, al Politeama
di Palermo. Due appuntamenti da
non mancare.
L’Italia e il bicentenario
di Wagner

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