InScena
Il Moro torna a Venezia, moderno e drammatico
di Giuseppe
Pennisi
L'anno del doppio bicentenario di
Verdi e Wagner, entrambi del 1813, è stato aperto a La Fenice con una doppia
inaugurazione. Otello è in scena dal 16 al 30 novembre e Tristan und Isolde si
può vedere dal 18 novembre al primo dicembre. Questa nuova produzione
dell'opera verdiana è un bell'esempio di teatro di regia.
Francesco Micheli è coadiuvato da Edoardo Sanchi per le scene, Silvia
Aymonimo per i costumi e Fabio Barettin per le luci. La concertazione è di
Myung-Whun Chung. In una scena unica e in abiti di fine Ottocento, si dipanano
i quattro atti divisi in due parti, ponendo l'accento su simboli e movimenti di
luci in linea con la partitura. Moderno e carico di tensione (nonché con un
finale a sorpresa), lo spettacolo è una vera lezione di teatro di regia,
pensato per un pubblico giovane. Chung stringe i tempi per accentuare il dramma
e trae dall'orchestra, specialmente dai fiati, dai celli e dagli ottoni
sonorità rotonde e dense di pathos. Fra il protagonisti, eccelle Lucio Gallo
(veterano del ruolo di Jago). Gregory Kunde è un abile Otello (scansa alcune
delle tonalità più impervie e sfoggia legato, fraseggio e mezza voce). La
giovane americana Leah Crocetto è una Desdemona un po' giunonica e con voce
meno morbida di quella che sarebbe auspicabile. Lo spettacolo è nel complesso
bello e godibile. (riproduzione riservata)
Nessun commento:
Posta un commento