Il nostro direttore, Oscar Giannino, ci ha chiesto di scendere in campo con ricette per rimettere l’Italia in moto, tenendo conto dei vincoli esistenti di politica monetaria, di bilancio e dei prezzi e dei redditi, nonché del quadro economico internazionale.
Il primo rimedio consiste nell’abbassare drasticamente i costi di transazione. Ventidue anni fa, ne “Le istituzioni economico del capitalismo”, il giurista, ed economista, Oliver E. Williamson ha analizzato, in 700 pagine, come il funzionamento di un’economia di mercato, e le relative possibilità, di sviluppo dipendono dai costi per effettuare transazioni economiche tra individui, tra famiglie, tra imprese e tra i vari soggetti e lo Stato. Pochi anni dopo, Douglas C. North ottenne il Nobel per l’Economia per un libro di 150 pagine in cui dimostrava come dal 1500 ad oggi le aree economiche che più avevano abbattuto i costi di transazione erano proprio quelle che avevano avuto i maggiori tassi di sviluppo ed una migliore distribuzione dei redditi.
In Italia i costi di transazioni tra privati sono i più elevati nei Paesi Ocse: basti pensare al costo per la compravendita di un’auto o di un appartamento. Elevatissimi quelli tra imprese a ragione di una regolazione ferraginosa. Fortissimi i costi di transazione politici caratterizzati da alte asimmetrie informative e posizionali, tali da creare un’elevata avversione al rischio e a frenare l’innovazione. A questi costi di transazione, si aggiungono quelli connessi al cattivo funzionamento della giustizia: si legga l’University of Chicago Public Law Working Paper n. 223 (relativo unicamente alla magistratura amministrativa), diramato in questi giorni, per rendersene conto.
Una strada di piccoli passi, come suggerita da molti che di tali alti costi di transazione traggono vantaggio, non porterebbe a nulla; si avviterebbe su se stessa. Ci vuole una terapia d’urto.
Da un lato, seguire quella quarantina di Paesi che hanno già introdotto (spesso con rango costituzionale) norme secondo cui leggi e regolamenti posso restare in vigore non più che un determinato numero di anni (“sunset regulation”). Le si vari al più presto, stipulando altresì che tutte le norme non ri-approvate nel corso della XVI Legislatura si devono intendere abrogate o decadute.
Da un altro, riformare drasticamente la giustizia imponendo tempi brevi per i procedimenti, sanzioni a chi supera la media Ue nei procedimenti civili, chiara differenziazione tra inquirenti e giudicanti. Ed i costi di transazione connessi alla magistratura amministrativa? Quando nel maggio 1944 a Patton venne spiegato cosa era e come funzionava, disse: “probabilmente sono ottime organizzazioni ma negli Usa non ce le saremmo potute permettere e pure vincere la seconda guerra mondiale”.
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