martedì 8 luglio 2008

NELLA FREDDA ESTATE DI BORSA SI SCALDA IL COMPARTO HIGH TECH Libero 8 luglio

Giuseppe Pennisi

La sera del 4 luglio, bevendo champagne nell’intervallo della “prima” della mozartiana “Così Fan Tutte” a Aix-en-Provence, il Presidente della Banca centrale europea (Bce) Jean-Claude Trichet faceva intendere, in toni rassicuranti, che l’aumento del tasso d’interesse di riferimento nell’area dell’euro (deliberato il giorno prima) sarebbe stato l’ultimo per diversi mesi. Probabilmente, l’ultimo del 2008. Ad ascoltarlo economisti e banchieri (tra gli italiani, Mario Monti e Alessandro Profumo), convenuti nella capitale della Provenza non tanto per la messa in scena del “dramma giocoso” a cura del regista (cinematografico) iraniano Abbas Kiorostami quanto per la riunione annuale de “Le Cercle des Economiste”, un club più esclusivo dei rigidissimi circoli britannici: non più di 30 soci, tutti di nazionalità francesi, ammessi unicamente se il 75% degli iscritti approva le candidature, riunioni riservate. Tranne una: quella annuale di tre giorni (a cui vengono invitati esterni) che si svolge ogni anno a Aix-en-Provence in parallelo con il Festival internazionale di lirica, ed in contemporanea con i meno noti Festival di musica barocca provenzale e Festival di operetta francese. Prima che, in agosto, arrivino nella città (il cui centro storico è rimasto in gran misura come lo era nel XVIII secolo) i Festival (ancora meno conosciuti) di balletto e di jazz.
“Les rencontres économique” 2008 si svolgono dal 4 al 6 luglio e vertono sul tema delle “nuove frontiere dell’impresa” (anche di quelle a partecipazione statale e di enti locali, come le municipalizzate) di fronte alle sfide dell’economia della conoscenza e dell’immateriale, della globalizzazione, dell’innovazione finanziaria, dell’incertezza, delle politiche pubbliche , della regolazione internazionale.
In questa sede più che riassumere i documenti analitici presentati ed i dibattiti, è utile delineare gli umori, anche e soprattutto in quanto gli incontri si sono svolti all’indomani di un rialzo dei tassi (a fronte di una pressione inflazionistica che, secondo alcune interpretazioni, è il doppio di quanto stipulato negli statuti Bce come limite invalicabile. In breve, le preoccupazioni stanno crescendo. Lo mostrano – si è sottolineato in una sessione dei “rencontres”- gli indici di Borsa in Europa continentale che hanno segnato, dall’inizio dell’anno, una contrazione molto più forte del Dow Jones Usa e del FTSE 100. Si prevede un’estate borsistica molto fredda (quale che sia la temperatura nelle città e nei luoghi di villeggiatura); c’è chi parla di “estate bassissima” (per le Borse), come ha fatto un titolo a sei colonne del quotidiano finanziario francese “Les Echos”. Le preoccupazioni sono acuite dal fatto che, questa volta, in parallelo con la contrazione dei valori mobiliari (del 25% circa nell’area dell’euro dal 2 gennaio scorso) stanno cadendo anche le valorizzazioni dei beni rifugio per eccellenza: la caduta è particolarmente marcata in Spagna (- il 5% dall’inizio del 2008), dove gli esperti ritengono che si sia alle prese con crisi analoghe a quelle del 1970 e del 1990, ed in Germania (dove mediamente le valorizzazioni dell’immobiliare stanno perdendo il 3% l’anno da tre anni), ma si avverte alla grande anche nelle zone pregiate della Francia – negli ultimi 12 mesi i prezzi dell’immobiliare al centro di Parigi hanno registrato una contrazione del 10% circa.
Ed allora? Dove investire? Una domanda micro-economica che riaffiora di continuo nei dibattiti (di ben più ampio respiro) de “les rencontres”. Le banche stanno inventando nuove forme di derivati (più trasparenti di quelli del recente passato): la settimana scorsa, Eurex ha lanciato un titolo basato su contratti a termine dei dividenti dell’indice Dow Jones Eurostock 50, tale quindi da poter “catturare” gli utili di impresa ed i derivati. Difficile dire se potrà attirare individui e famiglie (dopo la batosta del 2007 di cui si vedono ancora i lividi) e se riuscirà a superare le diffidenze all’interno dello stesso settore bancario. Più promettenti i segnali che vengono da un comparto che, per alcuni anni, ha goduto di cattiva reputazione (dopo la sbornia fattane alla fine del XX secolo): quello dell’high tech. Il Morgan Stanley World Information Technology Index punta ancora al ribasso, ma le vendite mondiali di prodotti di alta tecnologia sono in forte rialzo – ed un aumento molto robusto è previsto per il 2009. Ciò dovrebbe promettere una svolta (positiva) tanto nell’azionario quanto nell’obbligazionario del comparto.

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