CON LA NASCITA DELL’UNIONE PER IL MEDITERRANEO CAMBIA IL VENTO PER ALITALIA
Inizia una settimana cruciale per il futuro d’Alitalia (di cui un numero sempre maggiore di esperti prevede ormai il commissariamento ed una probabile procedura fallimentare). Venerdì 18 luglio, l’advìsor Intesa-Sanpaolo dovrebbe presentare il tanto atteso piano finanziario ed industriale per salvare la compagnia o parte del complesso aziendale (mettendo il resto in una “bad co” da pattumare. Non spira vento favorevole. Il Consiglio dei Ministri non ha modificato (come ci si attendeva avvenisse la settimana scorsa) la “legge Marzano” (concepita per risolvere i problemi di Parmalat) al fine di adattarla alle esigenze di Alitalia. Il management della società, che ha approvato il consuntivo 2007, teme un’azione di responsabilità (ove non peggio) che inciderebbe pesantemente sui patrimoni del Presidente-Amministratore Delegato e dei Consiglieri d’Amministrazione. Da Bruxelles non giungono indicazioni incoraggianti: su L’Occidentale del 9 luglio, Pietro Maria Paolucci ha ricostruito con ricchezza di dettagli come le autorità europee abbiano interpretato con un buon grado d’elasticità le norme sulla concorrenza nel trasporto aereo (in caso di fusioni e concentrazioni), ma il Tribunale di primo grado dell’Ue ha appena declinato come aiuto di stato la ricapitalizzazione del 1996 – un precedente che pesa come un macigno sulle determinazioni che la Commissione Europea dovrà prendere sull’ultima recente infusione di denaro fresco. Ove la situazione non fosse abbastanza complicata, si sta riaprendo il “teatrino della politica politicante”: il “Ministro-Ombra” dello Sviluppo Economico, Pier Luigi Bersani, ha lanciato il primo colpo, affermando che il piano AirFrance-Klm (redatto però prima dei vertiginosi aumenti dei prezzi dei carburanti che stanno mettendo in crisi il settore nei cinque continenti) non avrebbe quasi comportato esuberi mentre con quello Intesa-SanPaolo (peraltro ancora non presentato) quasi la metà dei dipendenti perderebbe il posto.
L’uscita di Bersani (una vera e propria “cavatina” in lessico teatrale) preannuncia un confronto serrato (e rumoroso) tra maggioranza ed opposizione in cui gli aspetti mediatici rischiano di essere più importanti di quelli sostanziali. Di conseguenza, un gran chiasso in cui si potrebbero perdere di vista gli obiettivi centrali della partita. E la sua importanza.
In questo clima caotico (per utilizzare un termine gentile), sta facendo strada una nuova congettura: il futuro di Alitalia sarebbe legato agli sviluppi (specialmente a breve termine) del “Club Med”. Non scherziamo e non ci riferiamo alla nota azienda di turismo di massa in villaggi marini e montani. La congettura (in parte già anticipata in brani di conversazione al recente G8 in Giappone) prevede un ritorno di interesse AirFrance-Klm nel contesto della nuova Unione Mediterranea lanciata a Parigi in pompa magna la sera del 13 luglio). Non che Jean-Cyril Spinetta (il “patron” di AirFrance-Klm) abbia cambiato idea sulla situazione finanziaria ed industriale di Alitalia. Al contrario – come sottolineato su “L’Occidentale” dell’8 luglio – ha dovuto tagliare i voli della compagnia di cui è al comando e, pertanto, non vedrebbe affatto di buon occhio un ampliamento delle attività (specialmente con la scassata AZ ed i suoi vivaci sindacati). Tuttavia chi lo conosce da quando Jean-Cyrel Spinetta era dirigente del Ministero dell’Istruzione sa che è stato addestrato,da buon allievo dell’Ecole National d’Administration ad ubbidire ordini (molto meglio di quanto il nizzardo Giuseppe Garibaldi). E l’ordine potrebbe venire dal Capo dello Stato Nicolas Sarkozy che ha esigenza del supporto attivo di Silvio Berlusconi per varare l’Unione Mediterranea e darlo corpo. Il ritorno in campo di AirFrance-Klm potrebbe quindi essere il colpo di scena dei prossimi giorni in una vicenda che assomiglia sempre più alla “Illusion Comique” di Pierre Corbeille.
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