martedì 29 luglio 2008

LA “CARMEN” IN ECONOMIA DI DANTE FERRETTI Il Velino 28 luglio

La povertà –dicevano le nostre nonne – aguzza l’ingegno. Lo dovrebbero ripetere, a mò di giaculatoria, molti registi e scenografi, soprattutto di teatro d’opera. Uno dei maggiori scenografi italiani, pluripremiato con Oscar, uso a lavorare con Pasolini (piuttosto parco nei propri allestimenti), Fellini (niente affatto economo), Annaud, Scotese e Burton (noti per non badare a spese), in breve Dante Ferretti riceve l’incarico di curare scene ed anche regìa per uno degli spettacoli più attesi dello Sferisterio Festival. Un Festival imperniato sul tema della seduzione. Si sarebbe pensato ad uno spettacolone colossal, come stimola il vastissimo palcoscenico dell’arena. E come richiede un pubblico che viene non solo dalle spiagge marchigiane ma anche dalle terre verdine, dalla Toscana, da Roma e dalla Germania (come testimoniano) i pulman che stazionano nei viali prossimi allo Sferisterio.
Invece, a cartellone fatto ed a progetto in fase di messa a punto, ci si accorge che, tra un taglio e l’altro (di finanziamenti pubblici ed anche privati), le risorse finanziarie scarseggiano. Bamboli, non c’è una lira! Quindi, o annullare o rimodulare. Si sarebbe potuto riesumare un allestimento (dei tanti nei depositi di Macerata) o noleggiarne uno da uno dei numerosi teatri all’aperto.
Ferretti, invece, presenta una “Carmen” originalissima. La scena è naturale, anzi “nature”: l’enorme muro dello Sferisterio sovrastato dai campanili e dalle terrazze della città. Essenziale l’attrezzeria scenica: molte biciclette, panchine, una fontana con vera acqua sorgiva, una camionetta FIAT reduce da uno sconto o da qualche altro incidente. Curatissimi i costumi (di Pier Luigi Pizzi) L’azione è spostata dalla seconda metà dell’Ottocento ad imprecisati Anni 30. Al posto dei dragoni, quindi, c’è la guardia nazionale. La taverna di Lillas Pastìa è una smisurata sala da ballo dove una borghesia macera danza il tango; il flamenco è riservato a Carmen (“liberté, liberté). Ed il passo montano ? ancora una volta il muro nudo dello Sferisterio che si trasforma (con pochi affissi pubblicitari) nella piazza antistante l’arena per le corride di Siviglia.
Lo spettacolo funziona alla perfezione (se si eccettua la direzione d’orchestra) grazie all’accento sulla recitazione (da parte di un gruppo di giovani ed abilissimi cantanti- attori) e sui movimenti delle masse. Si replica sino al 12 agosto ma merita di essere riportato in scena l’anno prossimo.

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