martedì 8 luglio 2008

L'OCCASIONE DI SARKO' PER FARE STERZARE BRUXELLES, Libero 1 luglio

Aix-en-Provence. Oggi primo luglio inizia il “semestre francese”. Il primo (e l’unico) della Presidenza Sarkozy che proprio qui a Aix en Provence. circa cinque anni fa, ha mostrato, alla grande, i propri muscoli di fronte allo sciopero degli “intérmittants” , determinati a far saltare la revisione dei generosi sussidi di disoccupazione ai lavoratori dei media e dello spettacolo (sino a 1000 euro al mese per 8 mesi ogni 12 mesi). Il “semestre” inizia in un momento particolarmente difficile per l’Ue, a ragione principalmente degli esiti (negativi) del referendum irlandese per la ratifica del Trattato di Lisbona. Per “Sarkò” è l’occasione non solo di sfoggiare “la granduer” della Francia ma anche di mostrare la abilità propria e dello Stato di cui è alla guida nel rimettere in gareggiata il convoglio un po’ malmesso e molto traballante dell’Ue. Il debutto ha un carattere imperiale: alla vigilia del 14 luglio (Festa Nazionale) i 27 capi di Stato e di Governo dell’Ue e le loro controparti di 17 Stati del Mediterraneo sono invitati ad una grande festa con la Torre Eiffel illuminata con i colori dell’Europa (blu e giallo). Nei sei mesi, inoltre, sono programmati una diecina di vertici internazionali in cui “Sarkò” e la Francia saranno protagonisti. La diplomazia francese ce la sta mettendo tutta perché è consapevole che il successo del “semestre” potrà sia rimettere in marcia il convoglio dell’Ue sia dare nuovo prestigio al proprio Presidente, il cui indice di popolarità (in Patria) è crollato negli ultimi mesi; i sondaggi indicano che appena il 31% dei francesi pensa che “Sarkò” sarà in grado di guidare l’Ue verso una ripresa politica ed economica, ma lo staff dell’Eliseo, del Quai d’Orsay e di Bercy lavorano per smentire questa triste profezia.
I temi all’ordine del giorno sono numerosissimi. Soffermiamoci su due di particolare interesse per l’Italia : l’eventuale “Unione Mediterranea” e il modello socio-economico dell’Ue. Farlo da Aix en Provence permette una prospettiva speciale: l’Università di Aix è l’avamposto di liberisti in Francia; la contiguità con Marsiglia, poi, dà alla città un tocco particolare di centralità nel Mediterraneo; inoltre, quella che un tempo fu la capitale della Provenza ed il luogo dove Averroé riuscì a salvare i manoscritti dei filosofici greci (che i mussulmani estremisti di Cordova volevano dare alle fiamme) diventa per circa due mesi una “Capalbio europea” a ragione di una serie di festival internazionali – oltre a quello, più noto, della lirica, quelli del balletto e del jazz- che attirano personalità politiche da tutto il continente.
L’Unione Mediterranea è un progetto antico. Ci lavorai in prima persona alla fine degli Anni 80 nel contesto di una commissione di diplomatici ed esperti nominata da François Mitterand; fu uno dei gradini che portarono al “processo di Bacellona”. Ha ora obiettivi più limitati di quelli (grandiosi) di 20 anni fa. L’innovazione della Francia di “Sarkò” è di porre il progetto nella direttiva dell’integrazione “funzionalista” (ossia per funzioni specifiche) analoghe a quelle che portarono alla Ceca ed all’Euratom: il graduale sviluppo di un’area di libero scambio, politiche comuni per contenere l’inquinamento del Mediterraneo, lo sviluppo di forme alternative di energia, il rilancio del programma di trasporti nell’area (bruscamente interrotto da Romano Prodi, nella veste di Presidente dell’Ue). Sono temi concreti – affermano diplomatici, accademici, industriale e uomini d’affari francesi qui a Aix en Provence (dove si stanno svolgendo seminari economici a latere del festival musicale). Sono temi di grande interesse per l’Italia dove un manipolo di dirigenti ed esperti sta lavorando intensamente (e riservatamente) sul fondo euro-,mediterraneo per le piccole e medie imprese.. Ci potrebbero essere pure ricadute politiche importanti ove, sotto la Torre Eiffel, israeliani e siriani giungessero a stringersi la mano.
In questo quadro si pone anche “il patto per l’immigrazione” europeo che “Sarkò” intende mostrare, al resto dell’Ue e del mondo, il 7-8 luglio a Cannes: divieto europeo di sanatorie di massa, rafforzamento dei controlli ai confini dell’Ue, armonizzazione delle procedure per il rimpatrio e, auspicabilmente, regole comuni per la concessione dello status di rifugiato politico. E’ stata accantonata, per sempre, un’idea cara alla sinistra italiana: quella di “contratti d’integrazione temporanei” per consentire immigrazione a chi non ha lavoro ma lo cerca.
Andiamo ora al modello socio-economico dell’Ue. Qui il discorso si fa più complesso. “Sarkò” – afferma Jacques Garello dell’Università di Aix, organizzatore di convegni internazionali liberisti con Giulio Tremonti nell’ultimo scorcio degli Anni 90- esprime meglio di molti altri esponenti politici europei quello che, in un libro di grande spessore sulla storia economica dell’Europa dal 1945 ai giorni nostri, Barry Eichengreen di Princeton ha chiamato “il capitalismo coordinato”. La “programmazione indicativa” è stata una molla importante dei “miracoli economici” del dopoguerra (in quanto ha attivato risorse, come il capitale umano, non utilizzate a pieno). E’, però, una palla al piede del Continente nell’epoca del processo d’integrazione internazionale. E’ un “capitalismo coordinato” con un tipico profumo nazionalista e con una forte dose di consociativismo e di ostilità nei confronti dei “burocrati apolitici, apolidi ed irresponsabili” di Bruxelles. Per l’Italia, che tanti interesse ha in comune per la Francia, ciò vuole dire un gioco complesso di diplomazia economica (e politica).

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