lunedì 14 luglio 2008

ECCO PERCHE' IL MELOMANE EUROPEO D'ESTATE VA A AIX EN PROVENCE Il Foglio del 13 luglio

Aix-en-Provence (150.000 abitanti), un centro storico sei-settecentesco della città è rimasto intatto, pieno di stradine, vicoli, piazze, eleganti fontane e splendidi palazzi dove tutto sembra fatto apposta per eseguire musica. Da 60 anni è la sede del Festival d’Art Lyrique, nato quasi per caso nel 1948 per far conoscere ai francesi quel Wolfang Amadeus Mozart che in Francia non si rappresentava da decenni. In un palcoscenico costruito alla buona nel magnifico Cortile dell’Arcivescovato, venne proposto “Così fan tutte”, che Oltralpe non si metteva in scena del 1926. Già allora, però, c’era un tocco politico: veniva chiamata un’orchestra tedesca con un direttore austriaco (a tre anni dalla fine della guerra mondiale). E, per l’occasione, si diedero convegno in quella che fu la capitale del Regno di Provenza politici, industriali e finanzieri di mezza Europa. Nessuno pensava che l’iniziativa avrebbe avuto un futuro. Anche in quanto i finanziamenti pubblici erano modesti. Ed infatti in sei decenni è stata un paio di volte ai limiti del fallimento.
Questa edizione sfoggia, sei opere, 17 concerti , 3 mostre , due conferenze internazionali (una su temi politici- la schiavitù nel XXI secolo- ed una su argomenti economici- l’integrazione economica) nell’arco di un mese. I teatri in funzione nel 2008 sono quattro: due all’aperto (il Cortile dell’Arcivescovato, ora dotato di un palcoscenico modernissimo, e, quello del Palazzo Maynier d’Oppède di fronte alla Cattedrale) e due al chiuso (il delizioso Jeu de Pommes costruito all’inizio del Novecento e restaurato una diecina di anni fa ed Grand Théâtre de Provence.la cui ardita architettura italiana è stata inaugurata l’anno scorso). Se ne può aggiungere un quinto, spesso in funzione nel recente passato: il Grand Saint Jean, un palcoscenico a ridosso delle mura di un maniero immerso nella campagna provenzale. Inoltre, in una delle piazze più vaste della città, gli spettacoli vengo trasmessi in differita (di circa un’ora e mezzo) gratuitamente , mentre un sito web (www.medici.tv) li propone in diretta; la “prima” (la rara “Zaide” di Mozart) è stata seguita da 100.000 spettatori in 108 Paesi. Se si tiene conto anche delle attività dell’Académie Européene de Musique (una fondazione per le giovani voci europee), la durata complessiva del festival di teatro in musica è due mesi in cui sono presenti a Aix 800 artisti di 41 Paesi. Accanto al festival lirico, si svolge un festiva di musica barocca provenzale ed uno di operette francesi, nonché spettacolo “off” e “back” di cabaret e prosa in vari luoghi. Appena cala il sipario sulla lirica (e sul barocco e l’operetta) iniziano festival (meno noti su piano internazionale) di danza e di jazz.
Il musicologo Giancarlo Landini descrive il Festival lirico, con la “F” maiuscola, come l’apice della mondanità “décontractée-chic” dell’estate europea. All’inaugurazione, oltre all’onnipresente Giscard d’Estaing, i Ministri francesi della Cultura e dell’Istruzioni, ed una mezza dozzina di sottosegretari, nonché esponenti del mondo politico della Germania, della Gran Bretagna e del Benelux (il direttore generale Bernard Foccroule è belga). Oltre all’intellighentsia sparsa che gira da festival a festival (dopo Aix, Glyndebourne e Bayreuth per finire l’estate a Salisburgo), molti gli amministratori delegati di grandi imprese (Hscc, Sacem, Kmpg, Cic-Lyonnaise de Banque, Lvmh, Lagardère con in prima fila i due partner per eccellenza, Vivendi e Deutsche Bank). E gli italiani? Bruno Visentini era un “habutué”; da allora rari i politici e gli unici giornalisti presenti sono critici musicali.
Nella giornata si passeggia per Aix anche in pantaloni corti. I luoghi preferiti per gli incontri a lunch sono “Les Deux Garçons” (immortalato dagli amori di Jean Cocteau e Jean Marais) e “Le carillon” (reso celebre dagli aperitivi di Jacques Attali) a cui si è aggiunto, di recente, “Le Passage”. Lì si incrocia “L’Europa-che-conta”. La sera, nei teatri, accanto a signori in smoking e signore in abito lungo, ci sono i blue-jeans e le T-shirts firmate. Dopo spettacolo, si cena a “La Bastide du Cours” (il cuoco non è dei migliori) o nella terrazza Grand Théâtre de Provence. Si intrecciano conversazioni su musica, politica ed affari.
Non è soltanto questa atmosfera ad attirare “l’Europa-che-può”. Il festival (il bilancio preventivo per il 2008 è 19,1 milioni d’euro) è finanziato in gran misura da privati – i contributi pubblici coprono meno di un terzo dei costi, quelli ministeriali circa il 15% del totale; la biglietteria un altro 23%, le coproduzioni, le tournée ed i diritti radio-televisivi un buon 18%, il Casino d’Aix il 9%. Gli sponsor (3,2 milioni di euro- ossia il 16% del budget) sono grandi e piccoli (esiste anche un’Associazione di amici americani del festival); tra tutti, troneggiano i due partner ufficiali – la società franco-americana dei media e della tecnologia Vivendi e la Deutsche Bank. I partner privati hanno, quindi, interesse a ché la qualità sia alta ed il pubblico di livello.
Da alcuni anni, i Berliner Philarmoniker , guidati da Sir Simon Rattle, sono l’orchestra “residente”; a mezzadria con il Festival di Salisburgo stanno mettendo in scena la tetralogia wagneriana de “L’Anello del Nibelungo” (questo è l’anno di “Sigfrido”) – ciascuna opera debutta in Provenza ed alcuni mesi più tardi approda in Austria. Anche per le altre opere in programma Aix è la prima tappa di lunghi itinerari la prossima stagione – la discussa, e discutibile, mozartiana “Zaide” andrà al Lincoln Center di New York ed al Barbican Center di Londra, la novità assoluta “Passion” di Pascal Dusapin a Strasburgo, Lussemburgo, Brema, Parigi, Rouen e forse Roma; il nuovo allestimento di “Così fan tutte” a Londra; “L’Infedeltà Delusa” di Haydn in un vasto circuito francese; e “Belshazzar” di Händel a Berlino. Ciò consente a chi frequenta Aix di dire “lo ha già visto al Festival”, se e quando in varie città europee, nella stagione 2008-2009, si parla di spettacoli che hanno debuttato nella capitale provenzale.

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