La musica sacra torna a riempire chiese, sale da concerto e i teatri. Due manifestazioni molto differenti hanno in questi giorni a Roma momenti di grande rilievo dedicati alla musica dello spirito. La prima è diretta a riscoprire non solo il gregoriano e gli oratori del Seicento e del Settecento ma pure il repertorio musicale, in Occidente in gran misura ignoto, della Chiesa Ortodossa Russa ed espressioni musicali, per noi rare, come quelle catalane e venezuelane. La seconda, invece, porta dalla Francia in Italia, la contemporaneità più sfrenata (specialmente in materia d’esperienze elettroacustiche).
La prima delle due manifestazioni è la quarta edizione di un Festival (“Creator”); prende l’avvio in Romagna e sull’arco d’alcuni mesi raggiunge non solamente altre città dell’Italia centrale e Roma ma pure l’estero. La seconda è una nuova iniziativa dal titolo “Suona Francese” – tre concerti di musica contemporanea che dal 5 al 17 giugno, nell’ambito delle attività di Nuova Consonanza, si svolgono a Palazzo Farnese (sede dell’Ambasciata di Francia e, quindi, raramente aperto al pubblico) ed al Teatro Palladio della capitale.
Stasera 14 giugno presso S.Maria di Chiesa Nuova, nell’ambito del Festival “Creator” viete eseguito un Oratorio dedicato a Giovanni Pierluigi da Palestrina, costruito secondo la forma originale degli oratori di San Filino Neri in cui canto, preghiera e parola si fondevano intorno ad un tema particolare. L’Oratorio è incentrato sulla figura di Palestrina ed è basato su alcune delle pagine più suggestive della produzione palestriniana. Il 17 giugno, invece, nell’ambito del Festival “Suona Francese” si ascolteranno prime italiane della contemporaneità più ardita come “Les machines spirituelles” di Valerio Murat e “Aqua Sapienza/Angelus Domini” di Alessandro Cipriani, due giovani compositori italiani ambedue di scuola francese e specializzati in elettroacustica.. Il brano di Murat è un elogio a Marinetti ed al mito futuristico della velocità e della sintesi tra arte future, mentre quello di Cipriani realizza un contrappunto virtuale segmentando e spazializzando frammenti di canti gregoriani spezzettati e ri-composti. Un accostamento insolito per toccare con mano il percorso della musica dello spirito quasi dagli inizi ai giorni nostri.
Il Festival Creator 2008 è iniziato a Faenza a metà marzo con la messa in scena, per la prima volta in tempi moderni, de “Il Re del dolore in Gesù Cristo Signor nostro coronato di spine”di Antonio Caldara. L’oratorio (del 1722) è un vero e proprio esempio di teatro in musica quaresimale; è molto drammatico e richiede solisti, coro ed orchestra di medio organico. Per l’occasione è stato recuperato un fondale storico, di Romolo Liverani , lo scenografo romagnolo più importante dell'epoca romantica. L’esecuzione, curata dall’Accademia Bizantina guidata da Ottavio Dantone, ha avuto notevole successo ed è stata replicata, pochi giorni dopo a Cracovia.
Significativo pure l’accostamento tra visivo e musica sacra russa: una mostra di 80 icone russe ha fatto da sfondo ad un concerto, per coro, di brani della ricca tradizione bizantino-slava, accentuando il simbolismo della musica religiosa dell’Europa Orientale. Altro appuntamento di rilievo una serie di percorsi di musica sacra per chitarra (dalle laudi medioevali, alle corali luterane alle finissime armonizzazioni catalane e venezuelane).
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