martedì 11 marzo 2014

Vi svelo gli slalom di Padoan tra Renzi, Cottarelli e Tambroni…in Formiche 11 marzo



Vi svelo gli slalom di Padoan tra Renzi, Cottarelli e Tambroni…
11 - 03 - 2014Giuseppe Pennisi
Il vero e proprio bailamme in tema di legge elettorale (le confuse votazioni in tema di “quote rosa”) hanno lasciato due feriti sul campo: il ministro dell’Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan, e il presidente del Consiglio, Matteo Renzi.
Il primo è oggi 11 marzo a Bruxelles con il difficile compito di convincere i partner europei che domani 12 marzo (San Massimiliano Martire) il secondo presiederà un consiglio dei Ministri da cui uscirà il primo capitolo di riforme strutturali per l’Italia.
CHE COSA SI PENSA A BRUXELLES
Le divisioni emerse all’interno del Partito Democratico (PD che, grazie al premio di maggioranza, potrebbe controllare le votazioni alla Camera) in materia di “quote rosa” hanno offerto a Bruxelles e a Roma i quadro di una coalizione che ha un supporto parlamentare debole e fragile; non quindi in grado di affrontare vere riforme strutturali. Una maggioranza, inoltre, costretta a varare misure elettorali perché sul suo futuro le elezioni europee in calendario per il 25 maggio incombono come l’ombra di Banco.

RENZI COME TAMBRONI?
A Bruxelles e a Roma si fanno raffronti tra il governo Renzi e il governo Tambroni del 1960 il quale, contestato dalla sua propria maggioranza, l’unica misura economica che riuscì a varare (prima delle incombenti elezioni) fu la riduzione del prezzo della benzina nella speranza che avrebbe indotto gli italiani ad acquistare una cinquecento e riattivare così la domanda aggregata. Sappiamo come andò: la speranza si rivelò un’illusione e un anno dopo a Palazzo Chigi c’era il primo governo di centrosinistra. Sono vicende che né Padoan né tanto meno Renzi hanno vissuto ma che dovrebbero conoscere in quanto parte significativa della storia politica contemporanea.
LA MISSIONE EUROPEA DI PADOAN
A Bruxelles, Padoan gode di grande stima, e di ottimi rapporti personali anche con quegli alti funzionari italiani molto vicini a D’Alema e a Prodi e che, quindi, non sono necessariamente molto vicini all’attuale presidente del Consiglio. Sta tenendo una linea secondo cui le riduzioni del carico tributario-contributivo saranno “coperte” da riduzioni “in perpetuità” alla spesa di parte corrente.

TRA PARIGI E COTTARELLI
Tuttavia, in molti Paesi europei (specialmente in Francia con il programma des choix budgettaires) ciò è avvenuto dopo ampie discussioni nel Paese (il débat publique) e con una forte maggioranza parlamentare. In Italia, il “rapporto Cottarelli” è ancora un oggetto misterioso, forse noto a pochi eletti. E la maggioranza parlamentare è incerta non solo al Senato, ma anche alla Camera (dopo le votazioni sulle “quote rosa”). Quindi, non manca una buona dose di scetticismo.
LA BABELE DI STIME
A Roma il quadro è ancora più confuso. A meno di un giorno dal CdM si sta ancora litigando sia sull’ammontare sia sulla ripartizione della riduzione del cuneo fiscale. E’ una discussione teleologica più che economica: ai fini (telos in greco, Renzi è fresco di studi) dei risultati elettorali conta di più dare qualche spicciolo in busta paga ai lavoratori o aumentare gli occupati con un forte abbattimento dell’Irap? A quel che si sa all’Istat non è stato chiesto di fare simulazioni quantitative. La presidenza del Consiglio è ben lontana dall’essere attrezzata alla bisogna. Quindi macinano numeri i computer della Ragioneria Generale dello Stato.

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