Chi dall’interno del Cnel vuole chiudere il Cnel
09 - 03 -
2014Giuseppe Pennisi
Ecco alcune precisazioni sul convegno programmato per
il 6 marzo e rimandato "sine die" dopo le proteste di alcuni
colleghi.
Sono commentatore di Formiche sin dalla
nascita, oltre dieci anni fa, del mensile. Sono anche Consigliere del CNEL, tra
gli “esperti” di nomina diretta del Capo dello Stato. Vorrei aggiungere alcune
precisazioni all’articolo di Leo Soto
sul convegno programmato per il 6 marzo e rimandato “sine die” dopo le proteste
di alcuni colleghi, in toni che chiunque abbia visto la diretta in streaming
può giudicare.
In breve, il convegno non era un’iniziativa
estemporanea che avrebbe dato le luci della ribalta al Dr. Corrado Passera,
di recente promotore di un movimento politico-culturale. L’organizzazione è
iniziata oltre un anno fa quando una delle maggiori associazioni di
rappresentanza imprenditoriale, denunciò l’insostenibilità per il sistema delle
imprese, dei mancati pagamenti da parte dello Stato.
E’ questo tema al centro della politica economica. Non
solo l’Italia è stata posta nel banco degli accusati dalle autorità europee, ma
come è noto il Consiglio dei Ministri del 12 marzo cercherà di varare misure
più efficaci di quelle messe in atto dal precedente governo. Già nel giugno
2012, il CNEL ha organizzato una giornata seminariale su come ridurre lo stock
di debito pubblico nel corso della quale sono state messe a raffronto varie
proposte, naturalmente pure quelle relative al debito commerciale delle
pubbliche amministrazioni presso le imprese; le relazioni sono disponibili nel
sito del CNEL.
Quindi, il Convegno si sarebbe posto nell’ambito di
un’attività di lungo periodo, a cui il CNEL ha contribuito anche con un disegno
di legge ed un documento di osservazioni e proposte all’attenzione di Governo e
Parlamento. In particolare, il 17 aprile 2013 l’Assemblea del CNEL approvava un
documento di osservazioni e proposte sul tema del pagamento dei debiti scaduti
delle pubbliche amministrazioni. Il 20 giugno 2013, il CNEL presentava alle
Camere un proprio Disegno di Legge sui contenuti delle leggi di Bilancio, un autentico
atto rivoluzionario che, se accolto, stravolgerebbe le consolidate e forse
decrepite, modalità di stesura del Bilancio dello Stato.
Dopo l’iniziativa imprenditoriale, si è formato un
gruppo di lavoro, in aggiunta a quelli istituiti dalle Commissioni istruttorie
CNEL. Tale gruppo è in gran parte composto dagli stessi relatori del convegno;
all’epoca il Dr. Passera era Ministro dello Sviluppo Economico (quindi, aveva
per così dire il “dovere istituzionale” di fare parte del gruppo e di tirarne
le conclusioni). Prima di concludere i lavori, il gruppo ha deciso di affidare
ad un pubblico dibattito i risultati a cui era pervenuto; Il CNEL è parso a
tutti come la sede appropriata per tale dibattito.
Ne era informato da mesi l’Ufficio di Presidenza,
organo d’indirizzo politico del Cnel, del quale fanno parte, oltre il
Segretario Generale e l’allora vice Segretario Generale, i due Vice Presidenti
eletti dall’Assemblea in rappresentanza l’uno delle organizzazione dei datori
di lavoro, l’altro di quella dei lavoratori, nonché i Presidenti delle
Commissioni in cui si svolge la gran parte dell’attività del Consiglio. A tale
Ufficio, è stata esibita, all’epoca, la lettera del Presidente dell’Autorità di
Vigilanza sui contratti pubblici del 28.11.2013, nella quale si chiedeva, anche
per conto dei colleghi della Banca d’Italia, dell’Autorità Antitrust, della
Corte dei Conti, del Consiglio di Stato, del Consiglio Superiore della
Magistratura, la disponibilità del CNEL per ospitare un “convegno sui ritardi
di pagamento della P.A.”.
Queste precisazioni sembrano essenziali perché
riflettono i fatti quali li conosco. Se altri colleghi vogliono portarne altri
mi auguro che Formiche voglia accogliere i loro contributi. Mi auguro
soprattutto che il convegno, per ora rimandato, si tenga (facendo, se del caso,
aggiustamenti nel programma) nel “Parlamentino” del CNEL, casa comune delle
parti sociali, delle professioni, del terzo settore e degli esperti di chiara
fama di nomina presidenziale.
Sarebbe seguire la “politica dello struzzo” nascondere
che il comportamento scomposto, ed adolescenziale di alcuni, mostrato in
streaming non rifletta un malessere più profondo di chi non si sente più a suo
agio nel CNEL anche per il perdurate assenteismo di suoi colleghi di categoria
e per lo scarso peso di chi rappresenta in gran misura pensionati al di fuori
della produzione e del mercato del lavoro.
Ad essi rispondo che un comitato presieduto dal
collega Tiziano Treu sta lavorando ad una proposta per rendere il CNEL
più efficace, meglio rappresentativo delle realtà produttive e sociali, più
tempestivo nella sua azione di supporto Governo e Parlamento. Tale proposta è
stata dibattuta il 20 marzo ed entro la fine di aprile sarà probabilmente sulle
scrivanie del Presidente del Consiglio e dei Presidenti di Camera e Senato.
Suggerisco che dedichino le loro energie al miglioramento di questa proposta
piuttosto che ad azioni che indeboliscono l’organo di cui fanno parte e da cui
ricevono un piccolo compenso mensile, anche se è raro vedere documenti da loro
scritti e sono scarsamente comprensibili le loro frequenti richieste di essere
affiancati da consulenti per fare quello che è il lavoro istituzionale
dell’organo.
L’unico lavoro per la scena di Ernest Hemingway
si intitola “La Quinta Colonna”. Era un dramma serio. Forse al CNEL si cela una
“quinta colonna”. Da vaudeville.
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