Rimskij-Korsakov nella Russia di oggi
di Giuseppe Pennisi
Il lavoro è
ambientato in una Russia in crisi profonda. Le cosche concordano sul fatto che
occorra designare un leader (meglio se virtuale, mediatico) e trovargli una
moglie. Si vedrà, poi, come costruire un erede. In questo mondo maschilista, i
capi si ubriacano e maltrattano le ex amanti per sostituirle con giovani da
rubare ai legittimi fidanzati. Il capo supremo delle cosche uccide la propria
ex amante e, per errore, avvelena la fanciulla di cui si è invaghito, dopo
averne fatto torturare a morte il fidanzato. Finirà suicida ma nuovi guai sono
in vista. Per tutti. La messinscena è tremendamente attuale. Parte del pubblico delle prime non ha compreso il significato della regia di Dmitri Tcherniakov, che ha firmato anche le scene, mentre i costumi sono di Elena Zaytseva, le luci di Gelb Filshtinsky e i video dell'équipe della Raketa Media. Ci sono state proteste fortunatamente travolte da ovazioni. Si spera, nelle repliche, in un pubblico più aperto a regie moderne. Daniel Barenboim non dilata i tempi, come è sua prassi, ma li tiene serrati e dà una tinta scura alla partitura. Di grande livello il coro diretto da Bruno Casoni. Nel cast primeggiano le voci femminili, specialmente le due protagoniste, Olga Peretyatko e Marina Prudenskaya. Lo spettacolo è avvincente e invita a una profonda meditazione. (riproduzione riservata)
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