Minibond,
opportunità per le Pmi
L’idea
In gioco c’è la crescita dimensionale delle aziende L’Ue e l’ombra degli aiuti di Stato
L’idea
In gioco c’è la crescita dimensionale delle aziende L’Ue e l’ombra degli aiuti di Stato
GIUSEPPE PENNISI
Apoche settimane dall’inizio del semestre in cui l’Italia avrà la presidenza degli organi di governo dell’Unione Europea, dovrebbe diventare operativa la normativa sui minibond. Su Avvenire del 2 marzo è stato illustrato di cosa si tratta e quale ruolo potrebbero avere nella strategia della ripresa, principalmente del settore manifatturiero. Da un lato, pur se le autorità monetarie europee e nazionali non hanno mai fatto mancare liquidità in generale, alle piccole e medie imprese non arriva il necessario capitale circolante ed ancor meno quello di rischio per operazione di lungo e medio termine; altrimenti, negli ultimi 12 mesi oltre un milione di Pmi non avrebbe chiuso i battenti. Da un altro, se si tiene conto di esperienze di altri Paesi, i minibond possono essere uno strumento utile (anche se non il principale) per organizzare consorzi grazie ai quali giungere a concentrazioni e fusioni che portino ad aumentare le dimensioni medie delle nostre aziende. I minibond, inoltre, premierebbero imprese e consorzi di qualità in termini di facilità di collocamento e di rendimenti richiesti dagli investitori e simili.
Sarebbero quindi una molla per una maggiore spinta competitiva in termini di flight to quality (del prodotto) non, come è avvenuto nell’ultimo lustro, solo o principalmente di riduzione dei costi, spesso soprattutto del lavoro Ci sono tuttavia ancora dei nodi da sciogliere. Segnatamente, se e in che misura utilizzare il fondo di garanzia per i crediti alle piccole e medie imprese, istituito con una legge del 1996 e aperto, con la normativa del dicembre 2013 conosciuta come 'Destinazione Italia', ad alcune categorie di società di gestione del risparmio. Si tratta di complessi nodi tecnici che hanno risvolti di rilievo in materia di strategia di politica industriale e di politica europea dell’Italia. Da un lato, una garanzia pubblica troppo estesa potrebbe essere una trappola e ridurre, o anche togliere, all’imprenditore l’incentivo alla flight to quality citata in precedenza. Pur ove ciò non avvenisse, se ne darebbe l’impressione; e dato che le impressioni sono spesso più importanti della realtà, i minibond potrebbero essere visti come prodotti rischiosi offerti da emittenti spericolati. Infine, un aumento del fondo di garanzia potrebbe essere visto, e maggiori tutele per gli emittenti di minibond potrebbe essere considerati, come aiuti di Stato ai fini della normativa europea. Ciò apre, però, una finestra di opportunità; negoziare nel semestre italiano un allentamento temporaneo degli incentivi diretti all’aumento delle dimensioni medie delle imprese italiane: un obiettivo più volte indicato tra quelli da perseguire per il buon funzionamento del mercato unico.
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