Roma, 29 mag (Velino) - Il 31 maggio 1809 moriva a Vienna il compositore Franz Joseph Haydn. Nato nel piccolo villaggio rurale austriaco di Rohrau nel 1732, aveva vissuto un’esistenza lunga, se rapportata all’aspettativa di vita prevalente nel XVIII secolo, ed operosa: 104 sinfonie, 62 sonate, 70 quartetti 10 concerti, 14 messe, 4 oratori, 20 composizioni vocali di musica sacra, 15 opere, oltre a un numero vastissimo di composizioni da camera per ensemble di piccole dimensioni, come i trii. Aveva anche rivoluzionato, senza darlo a vedere e forse senza rendersene conto, l’estetica musicale del Settecento e segnato il solco di quella dell’Ottocento, specialmente nella sinfonia e nella “forma-sonata” che grazie a lui raggiungessero quella compiutezza rimasta essenzialmente immutata anche nel corso del Novecento. Il bicentenario della morte di Haydn è occasione, in tutto il mondo, per riflettere sul contributo offerto alla storia della musica. Il ministero della Cultura austriaco ha promosso e sta coordinando un evento davvero significativo: il 31 maggio in 20 capitali (dagli antipodi dell’emisfero sud nel bacino del Pacifico, a Washington, fino a Helsinki) verrà suonato contemporaneamente (ovviamente in fusi orari differenti) uno degli oratori più maturi e completi del compositore: “La Creazione”, su testo del poeta inglese Lidley che lo aveva in precedenza sottoposto a Händel, opera che venne eseguita per la prima volta nel 1798 a Vienna nella cappella privata del principe Schwarzenberg.
In Italia, dove “La Creazione” è stata eseguita di recente in varie città (a Roma nel quadro della stagione dell’Accademia di Santa Cecilia), è stata scelta per l’evento del 31 maggio dalle autorità austriache, la giovane Orchestra Sinfonica della Fondazione Roma dell’auditorium di via della Conciliazione, il cui direttore Francesco La Vecchia è diventato a fine aprile il principale maestro concertatore ospite dei Berliner Symphoniker. L’Orchestra Sinfonica della Fondazione Roma ha dedicato un ciclo di sette concerti al bicentenario di Haydn e ora “La Creazione” si colloca come coronamento e conclusione di questa iniziativa. “La Creazione”, ispirato in parte, specialmente nelle ultime sezioni, al “Paradiso Peduto” di Milton, è un lavoro monumentale che, pur se scritto e composto per essere eseguito in chiesa o in una sala da concerto, si presta pure a rappresentazione scenica. Nella prima e nella seconda parte, si descrivono i sei giorni della creazione; nella terza viene raffigurata la felicità dell’Eden e si svolgono ampi duetti tra Adamo ed Eva.
Il racconto della creazione è disposto in modo che nella prima parte, Raffaele e Uriel narrino i primi quattro giorni; nella seconda, il quinto e il sesto. Mentre il primo giorno ha quasi carattere di preludio e si distingue per la straordinaria originalità con cui viene descritto il caos (uno dei brani più ingegnosi di tutta la letteratura musicale), gli altri seguono la Bibbia puntualmente. Le arie, i duetti e i terzetti sono collegati da ampi recitativi accompagnati. Molto interessante la tecnica con cui vengono elencati i singoli animali, preceduti da una loro “rappresentazione” musicale che oggi può apparire un po’ ingenua, ma che alla fine del Settecento ebbe un carattere profondamente innovativo e giunse a influenzare anche Wagner (si pensi al secondo atto del “Sigfrido”). In alcune esecuzioni, la terza parte, considerata una sorta d’appendice, viene soppressa del tutto. Invece, non solo è essenziale all’architettura complessiva del lavoro, ma contiene il più complesso “doppio-duetto” d’amore composto da Haydn. Il primo è un “adagio” seguito da un breve e brillante rondò. Il secondo un “adagio” seguito da un “allegretto”: un’impostazione originalissima per fondere al tempo stesso l’amor sacro con l’amor profano. Per la maratona del 31 maggio il consiglio è di tenere la radio sintonizzata sulle varie esecuzioni de “La Creazione”, mentre i romani colgano questa occasione per correre all’auditorium di via della Conciliazione.
(Hans Sachs) 29 mag 2009 10:37
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