Ormai è chiaro che l’Ue si presenta in ordine sparso di fronte alla crisi dei mercati finanziari. Al Fondo monetario ed altrove. Ciò dipende soprattutto dal fatto che ciascuno Stato dell’Ue ha caratteristiche specifiche in materia di regolazione e vigilanza: nella sola unione monetaria si accavallano 40 autorità differenti di regolazione e vigilanza in materia di banche e finanza. Un risultato inevitabile sarà la debolezza complessiva della risposta europea e quindi il suo impatto limitato. Il suo corollario è l’esigenza di una risposta americana forte. Più forte di quanto contemplato nel TARP (Trouble Asset Relief Program- Programma di sollievo per le attività finanziarie in difficoltà, il nome tecnico-legislativo del piano Paulson).
Lo stesso TARP, dunque, per essere efficace deve essere urgentemente integrato. Come? Sulla base di tre lustri di studi e lavoro negli Usa (specialmente in Banca Mondiale) e di dieci anni di insegnamento nella più antica università americani nel vecchio continente) ho alcune idee in proposito che – mi auguro- potrebbero dare luogo ad un dibattito su Il Tempo.
. In primo luogo, occorre ricapitalizzare la FDIC , l’istituto federale di assicurazione di conti correnti bancari, al fine di evitare panico e corse allo sportello; è quanto hanno fatto tempestivamente la Svezia all’inizio degli Anni 90 ed in questi giorni la Germania ed altri Paesi. In secondo luogo, urge stabilire la regola che i titoli vengono acquistati da Pantalone solo alla scadenza (tutti i derivati hanno scadenze di qualche sorta) per non favorire bracconieri e cacciatori di frodo (i quali si annidano ogni volta scoppia una crisi finanziaria). In terzo luogo, si devono definire procedure d’asta per gli acquisti di titoli “troubled”; è l’unico modo per farne emergere, dall’ombra, una buona idea , pur se approssimativa, della valorizzazione. In quarto luogo, la gestione dei titoli acquistati nell’ambito del TARP non deve essere fatta dal Tesoro o da sue agenzie ma tramite gestori (incaricati in seguito ad asta e con regole stringenti in materia di conflitti d’interesse). In quinto luogo, è essenziale evitare il tracollo dell’immobiliare – la molla che ha scatenato la crisi, ponendo una moratoria temporanea (un paio d’anni) sulle sanzioni pecuniarie per i ritardi nei pagamenti dei ratei dei mutui. In sesto luogo, varare un programma di assunzioni (se del caso a termine) per fare sì che il Tesoro e l’Agenzia per il TARP abbiamo il personale necessario per trattare le numerose crisi e possibili procedure fallimentari (si parla di un migliaio) di banche locali e re-istituire la Resolution Trust Corporation per facilitare transazioni e liquidazioni in caso di fallimenti bancari (specialmente delle banche locali).
Queste sei misure non rimetteranno in sesto i mercato dall’oggi al domani. Ma sono essenziali perché, prima o poi, ciò avvenga.
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