Quale è il nesso tra l’ultima opera di Leoš Janáček , tratta da un romanzo autobiografico di Fëdor Michajlović Dostoeskij ed intitolata l’appunto “Da una casa di morti”, e l’ormai annosa vicenda della boccheggiante Alitalia? Per semplificare potrei dire che il nesso sono io – unitamente a tanti altri passeggeri, molti dei quali andati a Palermo per la “prima” italiana della versione critica del lavoro la sera del 16 ottobre. In effetti, conoscendo ormai l’ex-compagnia di bandiera, mi ero prenotato su un altro vettore per rientrare a Roma il pomeriggio del 17 ottobre. Numerosi critici musicali, melofili e passeggeri in generale, prenotati sul volo AZ 1792 delle 15.10 sono rimasti in terra; il personale viaggiante ha aderito ad uno sciopero a cui (secondo le stime) ha preso parte meno del 5% del personale delle altre compagnie aeronautiche in arrivo od in partenza all’aeroporto Falcone Borsellino a Punta Raisi. Un micro-segnale , probabilmente. Ma si apprende più guardando le singole foglie che cercando di cogliere il valore ed il significato di un intero albero.
L’indicazione è eloquente: le vecchie abitudini (che hanno portato al collasso di un’azienda i cui libri sarebbero dovuti finire in tribunale alcuni fa) sono dure a morire. Douglas Cecil North ha ottenuto, nel 1993, il Premio Nobel per l’Economia specialmente per un saggio in cui dimostra che all’approssimarsi di nuove regole (di comportamento), le vecchie s’irrigidiscono in autodifesa. I portavoce di Alitalia (se esistono ancora) diranno che si è trattato di qualche caso isolato. Nelle condizioni dell’azienda ciascuno di questi casi può deflagrare come una bomba ad alto potenziale.
Infatti, come preannunciato su L’Occidentale del 13 ottobre, la scadenza del 15 ottobre è passata senza che il piano industriale e la proposta irrevocabile d’acquisto della (ricostituenda) Cai arrivasse al commissario Prof. Augusto Fantozzi. L’assemblea della Cai è stata convocata per il 28 ottobre: alcuni soci della compagine iniziale (il fondo Clessidra) pare che non parteciperanno proprio mentre sembra sia in arrivo una colorita e composita compagine di nuovi aderenti (ivi compreso il re della distribuzione ortofrutticola Antonio Orsello che avrebbe l’ambizione di sviluppare un aeroporto internazionale ad Albenga, ossia a pochi passi dal Cristoforo Colombo di Genova). Ora, il piano industriale e la proposta d’acquisto sarebbero pronti per il primo dicembre sempre che la variopinta “friendly company” riesca a redigerlo e concordarlo.
L’Occidentale ha sottolineato come la crisi dei mercati finanziari stia rendendo tutto più complicato: alcuni soci vorrebbero versare solo il 10% del capitale (tenendo il resto “on call”, ossia da erogare quando c’è l’esigenza) ma l’azienda ha urgente bisogno di cassa. Ove la situazione non fosse abbastanza intricata, i sindacati dei piloti, Anpc e Up, hanno alzato le richieste: ancora una volta siamo al ripetersi di un film, già visto, poiché l’universo mondo era convinto che si fosse raggiunto un accordo, mentre proprio il 20 ottobre alle 9 si riapre il tavolo. La Cisl è tanto irritata che i suoi leader non fanno mistero di volere mandare al diavolo i comandanti-dirigenti, i quali, alle richieste pecuniarie attinenti ai loro contratti, avrebbero aggiunto quella che la Cai dovrebbe avere un “nucleo duro” stabile, ed italiano, pari al 30-40% dell’azionariato (seguendo, in breve, quelle che sono state le prassi Iri i cui esiti sono sotto gli occhi tutti).
Altro fascicolo aperto è quello della valorizzazione degli slot Alitalia in territorio nazionale ed altrove: le stime variano tra i 400 ed i 700 milioni e nella situazione attuale dei mercati finanziari è difficile giungere ad una cifra davvero affidabile. Tale cifra, però, è al tempo stesso un tassello essenziale e del piano industriale e della proposta definitiva ed irrevocabile della Cai al Commissario.
A Parigi, si dice, che Jean-Cyril Spinetta se la rida: tutto ciò avrebbe detto assomiglia a “Les Grande Manoevres”, l’ultimo indimenticabile film di René Clair con Gérard Philippe ed una giovanissima Brigitte Bardot. Ossia si tratterebbe di una “pochade” se non fossero in gioco migliaia di posti di lavoro e un patrimonio di potenziale industriale. A Colonia non si parla molto, ma si opera: Lufthansa ha annunciato 8 collegamenti da Malpensa per grandi città europee (Barcellona, Parigi, Bruxelles, Bucarest, Madrid, Lisbona e Londra) senza scali in Germania e con tariffe a partire da 99 euro (tutto incluso). Quanto più AirFrance-Klm e Lufthansa si organizzano tanto meno attraente è una partecipazione ad una Cai che oggi pare meni “friendly” di quanto non fosse ( o non apparisse) all’inizio di settembre.
Il tempo è galantuomo. Mi auguro (da italiano) che mi provi in torto. E che Alitalia e Cai non finiscano “in una casa di morti”.
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