Un sito web dei melomani, un po’ bizzarri, si è scagliato nei confronti del Festival Verdi che termina il 28 ottobre a Parma per la convenzionalità delle regie. Molti strali sono stati diretti neri confronti dell’edizione di “Rigoletto” poiché il Festival ha riproposto (probabilmente anche per ragioni di economia) un allestimento più che ventennale di Pierluigi Samaritani (rimesso a nuovo da Alessandro Ciammarughi), con la regia di uno dei migliori allievi di Samaritani (Stefano Vizioli) e con protagonista l’ultrasettantenne Leo Nucci (ai cantanti, come alle signore, non si chiede mai l’età). Il pregio dell’allestimento iper-tradizionale di Samaritani (ritoccato ma non manomesso di Ciammarughi e Vizioli) è di renderla credibile con scene e costumi che ricordano i quadri d’epoca. Commuovere parte del pubblico molto di più di quanto facciano allestimenti che vogliono essere a tutti i costi innovativi:, alla prima rappresentazione, il momento più drammatico – il duetto “Vendetta, tremenda vendetta!” con cui termina il secondo atto – è stato, a grande richiesta, bissato da Leo Nucci e Desirée Rancatore.
Il pubblico pagante – a differenza degli pseudocritici – vanno a teatro per averne emozioni e per divertirsi non per essere campioni per studi socio-psicologici di registi dalle tendenze un po’ distorte. Il “Corriere della Sera” del 15 ottobre riferiva di come a Lipsia un "Fliegender Holländer" di Wagner è stato violentemente contestato dal pubblico, con abbandono della sala, annullamento delle repliche successive, abbonamento disdetti ecc., per via delle intollerabili scempiaggini inventatesi dal ventisettenne regista "provocatore". Al Festival di Bayreuth, si è visto un "Meistersinger" in cui - al di là della trasposizione inutile e assurda ai nostri tempi ormai divenuta consuetudine—nel primo atto, la pre-prova di canto si trasforma in un impegno del protagonista a comporre un "puzzle" su una grande lavagna (magnetica ?) in Chiesa , mentre un altro dei principali personaggi dell’opera ne segnala via via gli errori nella successione appositiva dei pezzi. Inoltre, prima della gara di canto finale in cui il protagonista stravince col meraviglioso "Morgentlich leuchtend im rosigen Schein.....", il suo avversario, anzichè impappinarsi musicalmente sullo stesso testo, viene trasformato in un artista figurativo ipermoderno e d'avanguardia (proprio lui che in Wagner è l'incarnazione della tradizione musicale e del conservatorismo ! ) , per cui come propria prova nella competizione fa entrare in scena una specie di barella ospedaliera coperta da un mucchio di sabbia, e la sua prestazione per vincere la mano della ragazza consiste nello scoprire gradualmente, grattando via a mani nude la sabbia, un uomo sdraiato che emerge ma completamente nudo , con gli attributi al vento, e viene subito raggiunto poi da una parimenti nuda fanciulla che se lo abbraccia .
A Berlino, alla Staatsoper di Unter den Linden, in "Evgheni Oneghin" di Ciakovsky in scena si spogliano tutti ed in aggiunta hanno la faccia impiastricciata come ridicoli mascheroni da circo. I loro movimenti principali consistono nel far roteare in continuazione, facendola appoggiare su un solo piede, delle sedie impagliate. Alle proteste del pubblico, il grande Daniel Barenboim , quando si è ripresentato per dare vita alla seconda parte , si è rivolto al pubblico, ha chiesto silenzio, e poi ha detto : “una cosa sola vi posso assicurare, e cioè che la seconda parte non vi apparirà migliore della prima.”
Pare che parte di queste lepidezze verranno importate in Italia nel prossimo futuro: comprensibile che, a fronte di tanta e tale stoltezza, il Fus venga tagliato. Ma torniamo all’ipertradizionale “Rigoletto” di Parma. Leo Nucci, con sulle spalle oltre 400 repliche di “Rigoletto” nei cinque continenti, è ancora un grandissimo interprete del ruolo. La Rancatore è una Gilda belcantistica.. Francesco Demuro affronta con destrezza il ruolo del Duca; il volume crescerà e la voce diventerà più spessa con il passare degli anni. Non è stato aiutato dalla concertazione, un pò concitata di Massimo Zanetti.
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