Dalla Genesi all’Apocalisse:
l’opera scaligera per l’Expo
maggio 13, 2015 Giuseppe
Pennisi
Il filo conduttore della struttura drammaturgica è costituito dalla
conferenza che il climatologo David Adamson
La Scala ha
commissionato un’opera sui temi dell’Expo: C02 di Giorgio Battistelli la cui
prima avrà luogo sabato 16 maggio. In un’ora e mezza si viaggia dalla Genesi
all’Apocalisse passando per il Protocollo di Kyoto. Battistelli si è ispirato
al libro Una scomoda verità del premio Nobel
americano Al Gore. Un saggio di politica ambientale, non un argomento che si
presta facilmente ad una rappresentazione teatrale. L’opera, infatti, ha una
struttura simbolica, nove scene e un epilogo con un filo conduttore che è il
rapporto tra uomo e natura: si parte da Adamo ed Eva e si arriva allo tsunami.
A guidare lo spettatore la figura di uno scienziato, David Adamson, che
tradotto significa “figlio di Adamo”. Racconta le deturpazioni che il mondo ha
subito e le catastrofi naturali. C’è una danza degli uragani dove sfilano le
maggiori calamità che hanno messo in ginocchio varie zone del pianeta negli
ultimi 25 anni. E c’è quello che l’uomo ha provato a fare per tutelare la
terra: il Vertice di Kyoto con i delegati che, discutendo di clima, parleranno
ognuno nella propria lingua, inglese, arabo, russo e giapponese. Il finale
racconta l’Apocalisse con quattro arcangeli che dialogano con quattro
scienziati. Con Battistelli hanno lavorato il librettista Ian Burton ed il
regista Robert Carsen. Con loro si è compiuto il cammino dell’opera che nel
frattempo ha anche cambiato titolo da An inconvenient truth a Co2.
CO2 è la seconda opera di Giorgio Battistelli su un testo di Ian Burton
dopo Richard III (2005). Il titolo fa riferimento alla formula chimica
dell’anidride carbonica, sostanza indispensabile per i processi vitali della
natura – quali, per esempio, la respirazione dell’uomo e degli animali e la
fotosintesi delle piante – ma al contempo responsabile, insieme con altre, del
surriscaldamento globale e dell’effetto serra che minacciano la Terra. Al
centro dell’opera si colloca quindi uno dei temi più attuali – e controversi –
dei nostri giorni, cui è stata ormai dedicata, oltre a una letteratura
scientifica e divulgativa vastissima, una folta serie di romanzi e di film.
Alla definizione dei contenuti di CO2 contribuiscono molteplici fonti
d’ispirazione. C’è innanzi tutto l’“ipotesi Gaia” formulata per la prima volta
da James Lovelock nel volume Gaia: A New Look at Life on Earth (1979), e consistente
in una teoria olistica che considera la Terra un pianeta vivente
autoregolantesi, i cui elementi geofisici si mantengono in condizioni idonee
alla presenza della vita grazie ai comportamenti degli organismi animali e
vegetali che lo abitano. C’è poi la cosmogonia così come viene concepita nei
miti dell’induismo (il dio Shiva che danza sul mondo per bruciarlo e poi
ricrearlo dalle sue stesse ceneri in un processo di continua e infinita
rigenerazione) e della cultura giudaico-cristiana (dalla creazione al Giardino
dell’Eden). Ci sono inoltre avvenimenti reali come la sottoscrizione del
Protocollo di Kyoto (1997) per la progressiva riduzione delle emissioni di
elementi inquinanti nell’atmosfera, il devastante tsunami nell’Oceano Indiano
del 26 dicembre 2004, gli uragani che flagellano periodicamente alcune
parti del mondo, la globalizzazione del mercato e i problemi causati dal traffico
aereo.
Il filo conduttore della struttura drammaturgica è costituito dalla
conferenza che il climatologo David Adamson – nome emblematico per un
protagonista che rappresenta l’intero genero umano – tiene per cercare di
spiegare i rischi che incombono sul pianeta e mettono in pericolo la
sopravvivenza dell’umanità, sino a rendersi conto egli stesso della necessità
assoluta non soltanto di un rispetto ecologico ma di un amore profondo per
l’ambiente in cui viviamo, e del quale siamo tutti personalmente responsabili.
Scena dopo scena la conferenza di Adamson è a più riprese interrotta e
inframmezzata da episodi oppure da squarci visionari, secondo la logica di una
drammaturgia narrativa postmoderna che genera vorticosi cortocircuiti temporali
e spaziali. Così, accanto a David Adamson, i personaggi quanto mai eterogenei
dell’opera sono quattro arcangeli (Raffaele, Uriele, Gabriele, Michele),
scienziati ed ecologisti; Adamo, Eva e il Serpente; Gaia, personificazione
dell’antica dea greca della Terra; la Signora Mason, sorella di una
sopravvissuta allo tsunami, e il Signor Changtalay, direttore di un hotel in
Tailandia; e, ancora, ragazzi, viaggiatori, donne che fanno la spesa.
Il libretto è in inglese – la lingua internazionale e della globalizzazione
per eccellenza – ma l’opera si apre di fatto al plurilinguismo.
E’ un lavoro multimediale, destinato ad essere visto in numerosi teatri ed
appassionare – si spera – i giovani.
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