venerdì 8 maggio 2015

Con la bella Turandot l'Expo mette il turbo in Milano Finanza 9 maggio



Con la bella Turandot l'Expo mette il turbo
di Giuseppe Pennisi  


Con la Turandot di Giacomo Puccini messa in scena per l'inaugurazione della stagione Expo, Il teatro alla Scala di Milano ha dato il meglio di sé. Si è visto uno spettacolo innovativo e affascinante, con un cast internazionale di altissimo livello, concertazione intelligente e un finale (composto da Luciano Berio nel 2002) raramente eseguito in Italia.
http://static.milanofinanza.it/artimg/2015/090/1985171/small/o1-img890979.jpgL'opera, che è in calendario fino al 23 maggio, ha visto impegnati il regista Nikolaus Lehnhoff, lo scenografo Raimund Bauer e il designer delle luci Duane Schuler, che hanno mostrato l'opera come un dramma espressionista. L'impianto complessivo ricorda la secessione austriaca e il visivo tedesco di quel periodo, cinema incluso (specialmente M di Fritz Lang). La scena è pensata per facilitare le voci, mentre le luci creano un clima ossessivo con echi freudiani. Riccardo Chailly mostra la convergenza di Puccini con l'innovazione musicale degli anni Venti del secolo scorso: non solo Debussy ma anche Schoenberg e l'allora giovanissimo Korngold. Vengono esaltati il cromatismo e gli accenni alla atonalità. In questa lettura musicale ha un profondo significato il finale di Berio perché mostra la continuità della musica europea degli anni 20 con le innovazioni degli anni 80. Ottimo il cast vocale. Nina Stemme ricorda un alto soprano svedese, Aleksandrs Antonenko imposta tutta la parte sul registro di centro, come richiesto da Puccini, e non esagera con gli acuti. Maria Agresta è una Liù drammatica e non il solito soprano lirico un po' sdolcinato. Di alto livello gli altri, su tutti le tre maschere, e i cori. (riproduzione riservata)

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