PRIMAVERA MUSICALE A MONTECARLO
Beckmesser
Quale è
la formula che porta ogni anno, da oltre trenta anni, per quattro o cinque
‘lunghi’ fine settimana al Festival Printemps des Arts di Montecarlo?
Quando il Festival venne lanciato, pochi pensavano che avrebbe avuto una vita
tanto lunga e che avrebbe attratto pubblico non solo dalla Costa Azzurra ma
anche dal resto della Francia, nonché da Italia, Svizzera, Germania e Gran
Bretagna. Tanto più che a Nizza e Marsiglia, nonché a Tolone, ci sono teatri
d’opera ‘nazionali’ (ossia l’equivalente delle nostre ‘fondazioni liriche’),
nonché orchestre sinfonica ed una buona attività cameristica.
La
formula consiste nello strutturare un Festival a temi che accosti musicisti di
epoche e stili differenti, offrendo un’antologia dei loro lavori tale da
costituire un ‘ritratto’ di ciascuno, puntando, però, su scelte atipiche e
raffinate della loro produzione e su esecutori di grande nome e di fama
internazionale.
Il
programma del Festival 2015 è stata riassunto sulla versione on line di Formiche
il 15 novembre. Ora che ci avviciniamo alla manifestazione (quattro fine
settimana dal 20 marzo al 12 aprile) è utile soffermarsi sugli insegnamenti che
si possono trarre per l’Italia (dove ogni estate soltanto nel campo della
musica lirica si susseguono circa quaranta festival, molte dei quali con
compagnie viaggianti, in gran misura dell’Europa dell’Est, che si esibiscono in
luoghi storici offrendo titoli di mero repertorio).
In primo
luogo, il Printemps des Arts si svolge in un periodo che potrebbe essere
considerato ‘fuori stagione’: in marzo ed aprile, la Costa Azzurra non è
affollata da turisti e da bagnanti ma, oltre ai residenti stabili, attira un
pubblico colto che vi va solamente se viene offerto qualcosa di particolare. E
di differente dalla consueta stagione lirica e concertistica (che offre titoli
spesso noti all’Opéra o all’Auditorium Ranieri III, in aperta competizione con
Nizza e Marsiglia).
Raffinato
vuole spesso dire effettuare, con due –tre autori, una cavalcata attraverso i
secoli che consenta di meglio percepire analogie contrasti. Questa primavera
2015 i tre ‘ritratti’ sono dedicati a Bach, Sibelius e Donatoni. E’ un modo per
riflettere tra i nessi tra Novecento ‘storico’ (Sibelius), barocco e
contemporaneità (Bach e Donatoni) . E probabile che si avvertiranno assonanze
inattese tra Bach e Donatoni, quali il gusto e la ricchezza
dell’improvvisazione. In questo contesto, il Novecento ‘storico’, specialmente
nella versione tardo romantica di Sibelius, apparirà in tutta la peculiare
unicità.
Altro aspetto importante: il ruolo
dato alla musica contemporanea sin dal primo fine settimana quando si
ascolteranno tre prime esecuzione assolute, commissionate dal Festival ai
compositori François Bayle, Gilbert Nouno e Gérard Pesson. Tre compositori molto
differenti: il quasi ottantenne Bayle è uno dei ‘padri’ della musica
elettronica francese, campo di attività anche del quarantenne Nouno, mentre
Pesson (poco più che cinquantenne) può essere considerato uno degli esponenti
della ‘musica spettrale’. Sia Nouno sia Pesson sono stati borsisti a Villa
Medici. In breve, si ottiene un panorama molto stimolante della musica
contemporanea francese.
Inoltre , il Festival utilizza spazi
non convenzionali e sale teatrali in cui la belle époque cede il passo ad
architetture avveniristiche. Non solo le strutture della belle époque come l’Opéra ed i saloni per concerto dei grandi
alberghi: ad esempio, la Passione secondo
San Giovanni di Bach viene preceduta , nello stesso concerto, dalla più
recente composizione di Bayle e vengono ambedue eseguite nel Museo
Oceanografico . Tra i pesci di uno degli acquari più noti del mondo.
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