EXPO,CIBO E MUSICA
Beckmesser
In dicembre,
in questa rubrica, ricordammo che soltanto il Teatro alla Scala ha ricordato la
ricorrenza del venticinquennale della caduta del muro di Berlino, inaugurando
la stagione con Fidelio, opera che è
un vero e proprio alla libertà. Sempre La Scala ha commissionato , in occasione
dell’Expo, un’opera a Giorgio Battistelli: CO2
interamente dedicata ai temi della nutrizione e dell’ambiente, argomento
centrale dell’Expo.
Pochi, però,
hanno notato un’iniziativa egualmente importante, e forse ancora di più in
quanto finanziata unicamente da filantropia privata. Ha debuttato a Venezia in
marzo, sarà a Milano in giugno- momento clou
dell’Expo per andare , poi, al Théâtre des Bouffe du Nord a Parigi ed anche
altrove. Insomma , un modo di portare in giro per l’Europa l’Expo dedicata al
cibo ‘recitar cantando’.
Di cosa si
tratta? Di uno spettacolo intitolato Le
Ventre de Paris. Un solo legame, molto labile con il trucido romanzo di
Emile Zola del 1873 (oggetto di varie riduzioni cinematografiche ed anche di
un’opera lirica di non grande successo). Il romanzo si svolge interamente alle
Halles, i mercati generali di Parigi costruiti tra il 1854 ed il 1870. In
effetti, al di là delle intricate ed intrecciate vicende, Le Ventre de Paris è una metafora che fa riferimento all’abbondanza
di cibo ai mercati generali, ed alla bellezza di donne ‘grassocce’, ma anche
alle miseria nei bassifondi e nelle periferie. E’ organizzato dal Palazzetto
Bru Zane – Centre de musique romantique française, che ha come vocazione la
riscoperta del patrimonio musicale francese del grande Ottocento (1780-1920).
Ricerca ed editoria, programmazione e diffusione internazionale di concerti,
sostegno alla registrazione discografica, queste le principali attività del
Palazzetto Bru Zane, il quale ha aperto le sue porte nel 2009 ed ha , oltre ad
una vasta produzione di opere e concerti non solo a Venezia ma in tutta Europa (ad
esempio il Politeama Rosselli di Trieste, il Teatro Comunale di Vicenza, Teatro dell’Opera di Versailles al
Prinzregent Theater di Monaco all’Opéra Comique di Parigi, al Theater am der
Wien di Vienna) , anche un’importante attività filologica e numerose pubblicazioni al suo attivo.
Il
tema de Le Ventre de Paris , visto dal Palazzetto Bru Zane – Centre de
musique romantique è
gastronomia, vino e musica. Non che si banchetti a teatro (anche un tempo lo si
faceva ed i retropalchi venivano impiegati anche per attività più intime) ma il
tema ha attraversato la storia della musica nelle forme più diverse. Molta
attenzione nell'Ottocento francese (quando la gastronomia ed i vini di Francia
conquistarono il primato mondiale)-, dalla semplice canzone conviviale popolare
alla grande scena operistica. Al di là del facile successo legato a una musica
dalla presa immediata, il tema del cibo veicola un immaginario molto più
sottile di quanto non sembri. Il banchetto del grand opéra presenta un
uomo posseduto dalla dissolutezza: l’'abbondanza alimentare è simbolo di
ricchezza e di potere. La sua rappresentazione approfondisce il divario tra le
classi sociali, rammentando al povero la sua condizione e destando in lui
desiderio e gelosia, che lo condurranno –in Zola e Balzac – al crimine o al suicidio. È proprio durante
feste e banchetti che, sul proscenio, vengono tramate quelle cospirazioni che
provocheranno poi il dramma.Nell’operetta, come nella canzone popolare, spesso
il tema del cibo si affianca a particolarismi nazionali o regionali. Allo
stesso modo, a ciascuna classe sociale e a ciascun mestiere corrisponde un
regime alimentare ben preciso: l’'immagine del militare ubriaco è, in questo
senso, la più comune. Autori come Offenbach o Hervé sanno abilmente servirsi di
certi simboli legati all’alimentazione per mettere in caricatura personalità in
vista. Infine, al tema del cibo è associato un insieme eteroclito di oggetti,
strumenti di prima necessità come il coltello. Le Ventre de
Paris, nella
versione veneziana, è costruito su musica di operette. Esalta, quindi, il lieto
ed il bello del nesso tra cibo , vino e musica. Come speriamo farà l’Expo.
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