CARMINA
BURANA/ Un dittico di successo all'Opera di Roma
Pubblicazione:
mercoledì 18 febbraio 2015
Carmina Burana
NEWS Musica
Fa
indubbiamente piacere vedere un teatro grande quanto il Costanzi (la sede
principale dell’Opera di Roma Capitale) per la prima, il 14 febbraio, di un
dittico insolito e poco conosciuto di lavori della prima metà del secolo
scorso: Le chant du rossignol di Igor Stravinskji e Carmina
Burana di Carl Orff. Sul podio il Maestro David Coleman, maestro
del Coro Roberto Gabbiani. I Carmina Burana, il
capolavoro di Carl Orff, sono andati in scena con le coreografie
di Micha van Hoecke, le scene di Emanuel Ungaro e Carlo
Savi con i costumi di Emanuel Ungaro. Il grand
couturier italo-francese ha portato nella danza il suo stile,
l’eleganza raffinatissima di un maestro che vive, quando si occupa di costumi
di scena, un passaggio quasi “naturale”, visto che l’alta moda ha sempre un
aspetto teatrale. Emanuel Ungaro per i Carmina Burana ha
creato dei costumi morbidi, “liquidi” che si adattano perfettamente al corpo
dei ballerini.
Le
scene surreali di Carlo Savi, con un cielo-mare dove incombe
una crudele caccia completano lo spettacolo. A dar voce ai testi delle
medievali canzoni profane sono la mezzosoprano Kathleen Kim, il
controtenore Filippo Mineccia e il baritono Jonathan Mc
Govern. Nei ruoli principali della parte più propriamente danzata :
l’étoile Gaia Straccamore / Angela Kouznetsova / Virginia
Giovanetti (Flora); la prima ballerina Alessandra
Amato / Alessia Barberini / Cristina Saso (Fortuna);
il primo ballerino Manuel Paruccini (Phebus); Alessio
Rezza / Yuri Mastrangeli (Zephyrus). Con la partecipazione del
Coro di Voci bianche diretto dal Maestro José Maria Sciutto. Carmina
Burana viene di solito presentato in versione da concerto, ma pochi sanno
che venne pensato per un’azione coreografica nel quadro di una festa della
gioventù nazional-socialista; la prima avvenne in quel magnifico teatro
dell’opera di Francoforte, fortemente danneggiato dai bombardamenti ed ora
adibito prevalentemente a sala di concerti con il nome di Alte Oper.
D’altronde, Orff era il musico di corte a Wilhemstrasse a Berlino ed
a Berghof in Baviera, le residenze abituali di Adolf Hitler.
Carmina
Burana è parte di un trittico dedicato
all’amore, o meglio all’eros. Lo spettacolo rende bene la grandiosità dello
spettacolo, con i due cori in scalinate ai lati dal palcoscenico e l’azione
nella parte centrale. E’ azione stilizzata ed eminentemente simbolica. A
differenza di molti compositori dell’epoca, ma in sintonia ad esempio con lo
Stravinskji del periodo neo-classico, Respighi e certi lavoratori di un
innovatore indefesso come Malipiero, Orff ricercava l’innovazione non
agganciandosi all’allora dominante ‘seconda scuola di Vienna’ ma nel
classicismo e nella musica medioevale. Di grande rilievo, le sue
trascrizioni/rielaborazioni da Monteverdi. In primo luogo, è stata una
decisione saggia quella di proporre Carmina Burana in versione
scenica , non solo da concerto; al di là delle polemiche sulla sua origine (la
prima esecuzione assoluta , tra l’altro, venne fortemente attaccata dalla
stampa più vicina al Governo perché il testo non è in tedesco ma nel latino
medioevale degli studenti universitari della Germania ed, inoltro, incorpora
elementi di jazz), è uno dei capolavori del Novecento storico ed unicamente una
rappresentazione può dare giustizia alla sua teatralità. Il pubblico è stato
entusiasta.
Le
chant du rossignol, balletto in un atto tratto da
una fiaba di Hans Christian Andersen, su musiche di Igor
Stravinskij, ha la coreografia di Lorca Massine, da un progetto incompiuto
di Serge Diaghilev e Leonide Massine. La scena, una flora
“plastica”, è quella che Fortunato Depero creò su commissione del
fondatore dei “Ballets Russes” alla fine del 1916: un paesaggio
artificiale astratto con coni, piramidi e poliedri. Anche i costumi portano la
firma dell’artista futurista. Nel ruolo del Rossignol la prima
ballerina del Teatro dell’Opera Alessandra Amato, in alternanza
con Marianna Suriano / Erika Gaudenzi; in quello del Rossignol
meccanicoAnnalisa Cianci in alternanza con Roberta Paparella /
Giovanna Pisani; l’imperatore è interpretato da Giuseppe
Depalo alternandosi con Emanuele Mulè; la Morte dal primo
ballerino Manuel Paruccini / Antonello Mastrangelo.Le
Rossignol è stato presentato come breve antipasto alla vera
pietanza Carmina Burana. Occorre sottolineare che, al di là
dell’affascinante lavoro di Depero e della partitura di Stravinskij, densa di
anticipi de Le Sacre du Printemps, il lavoro resta incompiuto,
in gran misura a ragione della scialba coreografia di Lorca Massine il quale è,
però, il depositario degli appunti del padre. Nel 2010, Robert Lepage e Kazushi
Onu presentarono a Aix-en-Provence (portandolo, poi, a Lione, a New York ed in
Canada) una versione in cui Le chant du rossignolveniva astutamente
fuso con autres fables messe in musica da Stravinskij ,
utilizzando non solo cantanti (oltre che ballerini) ma ombre cinesi e
marionette giapponesi, e prescindendo totalmente dal lavoro di Lorca Massine.
Un lavoro di ben maggiore spessore ed impatto di quello visto a Roma, molto
applauditi comunque dal pubblico.
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