Prezzi, bond
e azioni: Nobel per l’Economia ancora alla finanza
Il riconoscimento 2013 a Fama, Hansen e Shiller Al centro dei lavori le buone regole per mercati efficienti
Il riconoscimento 2013 a Fama, Hansen e Shiller Al centro dei lavori le buone regole per mercati efficienti
DI GIUSEPPE PENNISI
L’ attribuzione del premio Nobel per l’economia a Eugene Fama, a Lars Hansen (Università di Chicago) e a Robert Shiller ( Yale) può a prima vista sembrare densa di contraddizioni e (data la difficoltà analitica di alcuni passaggi dei lavori di Fama e Hansen) poco pertinente ai problemi concreti dei nostri giorni. E invece: non solo è attualissima – riguarda «l’efficienza» dei mercati finanziari, tema centrale del dibattito economico dopo la grande crisi – ma è anche rigorosamente coerente.
Fama è noto per i suoi manuali universitari e per il teorema (detto «di French-Fama », in quanto elaborato con un altro specialista di finanza) sull’efficienza dei mercati. In base al teorema, i prezzi dei titoli finanziari inglobano il meglio delle informazioni sul loro valore. Shiller è conosciuto per il suo libro sull’«esuberanza irrazionale» dei mercati finanziari ed è editorialista di un centinaio di testate in tutto il mondo. Hansen, poco noto ai non specialisti, ha testato con strumenti econometrici teorie e ipotesi come quelle di Fama e Shiller, e si dedica da anni alle analisi su rischio ed incertezza.
Nelle versioni giornalistiche dei lavori di Fama (che risalgono agli anni Settanta) e – quel che è peggio – pure nelle aule universitarie non si sottolinea che «l’ipotesi dell’efficienza dei mercati» si riferisce al senso tecnico della parola stessa, cioè della loro capacità di fissare il valore di un’attività finanziaria, tenendo conto in modo rapido e completo di tutta l’informazione disponibile, man mano che questa diventa tale. Quindi nel medio e lungo periodo. E con un importante distinguo: che le informazioni pertinenti non siano celate (ad esempio in bilanci di previsione e consuntivi «taroccati») o semplicemente non siano note (ad esempio, perché la tecnologica del prodotto sottostante il titolo finanziaro non è ancora adeguatamente sviluppata).
«L’esuberanza irrazionale » di Shiller (stimolata dalla «crisi delle Borse» verificatisi a fine anni Ottanta) è complementare ai lavori di Fama poiché introduce considerazioni derivanti da un ramo dell’economia che quaranta anni fa non era sviluppato: l’economia comportamentale nelle sue accezioni che coniugano finanza con neurologia e psicologia. Shiller studia come e perché soggetti economici differenti interpretano in modo diverso «l’efficienza » o meno dei mercati. Ad esempio, in un contesto in cui autorità pubbliche, media e vicini di casa sprigionano grande ottimismo su questo o quella attività, si creano «bolle» come quella del mercato dei tulipani nell’Olanda del Seicento e quella degli immobili, negli Usa e non solo, qualche anno fa. Le ricerche econometriche di Hansen, da un lato, confermano empiricamente i risultati di Fama e Shiller e, da un altro, distinguendo tra «rischio» ed «incertezza », aiutano gli specialisti a meglio interpretare le informazioni derivanti dai mercati finanziari. La conclusione dei lavori di Fama, Hansen e Shiller è che perché i mercati finanziari siano «efficienti» nel senso colloquiale del termine devono essere regolamentati: si pensi ai compiti affidati alla Consob nei confronti delle informazioni che devono essere fornite ai mercati affinché questi svolgano la funzione pubblica loro affidata. In un’economia integrata (come l’eurozona) e globalizzata, la regolamentazione nazionale può non essere sufficiente e deve essere integrata da misure internazionali. L’assegnazione del premio, in ogni caso, ha suscitato perplessità in Rete e non solo. Nessuno si è azzardato a contestare la validità delle scelte di Stoccolma, certo, ma non sono mancati commenti quasi increduli, vista la distanza per alcuni non apparente delle rispettive posizioni. Paul De Grauwe, economista belga, consigliere del presidente della Commissione Barroso, ha commentato: «Il Nobel a Fama, che ha spinto milioni di persone a credere nell’efficienza dei mercati finanziari e a Shiller, che ha mostrato il contrario: che contraddizione».
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Un premio tutto Usa con l’Università di Chicago, tempio del liberismo, protagonista. E che suscita polemiche
Lars Hansen
Eugene Fama
Robert Shiller
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