martedì 15 ottobre 2013

L’orchestra Sinfonica di Roma per la gente in Formiche 15 ottobre



L’orchestra Sinfonica di Roma per la gente
15 - 10 - 2013Giuseppe Pennisi L'orchestra Sinfonica di Roma per la gente
La sera del 13 ottobre è stato inaugurata la stagione dell’Orchestra Sinfonica di Roma, con un concerto diretto dal Maestro Francesco La Vecchia articolato su due importanti poemi sinfonici: La Fantasqueorchestrata da Ottorino Respighi sulle composizioni pianistiche di Gioacchino Rossini in tarda età (intitolate dall’autore ‘peccati di vecchiaia’ e Aus Italien di Richard Strauss – un omaggio dell’autore, di cui ricorre il centenario della nascita nel 2014). A conclusione un fuori programma: la sinfonia da I Vespri Siciliani di Giuseppe Verdi. E’ il primo di trenta appuntamenti (ciascuno replicato il lunedì sera dopo un’esecuzione la domenica pomeriggio). Tra gli appuntamenti anche una versione scenica del verdiano Trovatore presentato dall’Opera Nazionale Cinese che la scorsa stagione trionfò.
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Orchestra Sinfonica di Roma

Tuttavia, non si tratta solamente di una stagione concertistica. L’Orchestra Sinfonica di Roma, finanziata dalla Fondazione Roma e sostenuta dai propri abbonati ed amici, è l’unico esempio italiano di ‘sinfonica per la gente’. L’espressione non è nostra ma di Fiorello La Guardia quando settanta anni fa convinse banche ed industrie di New York a creare la New York City Opera, un palcoscenico innovativo aperto a cantanti giovani, registi irriverenti, compositori americani e con biglietti a prezzi accessibili ai giovani, agli anziani, alla classe media. E’ l’unico esempio in Italia in cui si è coniugato eccellenza (testimoniata dalle tournée internazionali e dalla recensioni di grandi musicologi stranieri) con una visione ‘sociale’ Pratica prezzi bassi: per 30 concerti, l’abbonamento è 300 euro che diventano 180 per gli anziani e 100 per gli studenti. Ha un organico stabile di 80 professori d’orchestra , in gran misura attorno ai 35 anni di età. Ha svolto tournée in tutto il mondo. L’Orchestra Sinfonica di Roma è l’unico complesso musicale italiano che non riceve alcuna sovvenzione pubblica.
Le attività dell’Orchestra non sono solo la concertistica all’Auditorium di Via della Conciliazione ma anche concerti negli ospedali, nella carceri, nei luoghi di sofferenza. Nei dieci anni di attività ha svolto anche un’attività sociale: oltre 200 concerti in istituti di detenzione e pena, centri di recupero di tossicodipendenti, scuole di periferia Nonché in lande lontane e tormentate da guerre come il Sud del Mediterraneo. Per questo motivo, è l’unica formazione ad avere il patrocinio del Pontificio Consiglio Justitia et Pax.
C’è , poi, un aspetto molto speciale. Da fine Ottocento a metà Novecento l’Italia ha avuto un grande stagione di musica sinfonica , ancora eseguita frequentemente all’estero ma coperta da una corte di oblio in Patria. Per quale motivo? Montemezzi. Casella, Malipiero, Pizzetti, Dallapiccola, Russolo, Pratella, Sgambati, Ghedini, Mancinelli, Catalani, Martucci vengono considerati, a torto più che a ragione, come espressione di un periodo che si vuole dimenticare. Uniche eccezioni: Petrassi e Respighi. Si tratta di compositori accusati, senza ragione, di essere stati fascisti mentre ad esempio Dallapicolla è stato uno dei 35 professori universitari che rinunciò alla cattedra all’avvento delle leggi razziali. L’unico certamente attivo nel PNF è stato Puccini (tessera n.2 del partito a Viareggio) ma solo per pochi anni perché lo porto via la morte.
Si giunge al paradosso che mentre è stata riabilitata anche in Italia non solo la “Entartete Musik” (musica considerata “degenerata” dai nazisti) tedesca ma pura quella dello stesso compositore di corte di Hitler (Carl Orff), la cui opera più nota Carmina Burana viene suonata alle feste del Primo Maggio e dell’Unità, la musica italiana dello stesso periodo colpita dalla damnatio memoriae viene eseguita e rappresentata più all’estero che in Italia.
Grazie agli sforzi dell’Orchestra Sinfonica di Roma e del suo creatore e direttore, Francesco La Vecchia, “la sinfonica obliata” italiana sta uscendo dal silenzio; ne è in corso la registrazione integrale da parte di una grande casa discografica internazionale, la Naxos.
Un investimento di cui la Fondazione Roma deve essere giustamente orgogliosa

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