sabato 26 ottobre 2013

I conti di Santa Cecilia in Formiche 26 ottobre



I conti di Santa Cecilia
26 - 10 - 2013Giuseppe Pennisi I conti di Santa Cecilia
Il 26 ottobre alle 18, con Peter Grimes di Benjamin Britten in forma di concerto, viene inaugurata la stagione 2013-2014 dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Il concerto verrà replicato sino al 30 ottobre ed è possibile che divenga un CD. C’è grande attesa per l’evento, a cui probabilmente parteciperà il Capo dello Stato. Non si sa se il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali, Massimo Bray, sarà in sala.
Il “bilancio sociale”
Alla presentazione dell’evento, il 23 ottobre è stato fornito non soltanto il programma di sala e dettagli sulle biografie degli interpreti, ma anche un volume di grande formato di circa 300 pagine. Anche riccamente illustrato, non si tratta del consueto “annuario” a carattere celebrativo – pubblicitario che molti fondazioni, enti od Spa predispongono in gran misura a fini di relazioni pubbliche. Il volume contiene i dettagli del bilancio civilistico della fondazione ed anche “il bilancio di missione”.
Tutti sanno cosa è un bilancio civilistico. Pochi conoscono i “bilanci di missione”. In effetti, si tratta di un (quasi completo) “bilancio sociale” che, pur non seguendo tutti i dettagli di un “bilancio sociale” quali definiti dal GBS (un gruppo di studio internazionale che dal 1998 lavora ed affina questi temi) e pur non giungendo ad una stima del Valore Aggiunto Sociale (VAS), contiene le informazioni da cui evincere il contributo della fondazione nella società in cui opera.
Non credo che molti dei presenti alla conferenza stampa si siano addentrati né nei dettagli del bilancio civilistico né in quelli del “bilancio di missione”. Ho una certa dimestichezza con la materia in quanto per alcuni anni, con il collega Stefano Zamagni dell’Università di Bologna, ho collaborato ad impostare il “bilancio sociale” di Italia Lavoro SpA ed anche di altri enti con finalità non solo commerciali.
Il documento merita di essere studiato in dettaglio, principalmente al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, per due ragioni. In primo luogo numerose fondazioni e festival hanno adottato l’uso di redigere e pubblicare “bilanci sociali”; tra i primi, ricordo il Rossini Opera Festival ed il Puccini Festival che hanno anche quantizzato gli effetti e gli impatti sul territorio – compito naturalmente molto più complesso per una fondazione a carattere “nazionale” come l’Accademia di Santa Cecilia.
Il valore aggiunto generato dall’Accademia
Anche se non tutti i “bilanci sociali” o “di missione” di fondazioni lirico-concertistiche e festival hanno un elevato spessore qualitativo, si tratta di documenti estremamente utili per comprendere i benefici che la fondazione ed il festival apporta. I costi finanziari, infatti, sono noti. Lo sforzo di individuare la catena del valore e la formazione del valore aggiunto per principali categorie di attività (come viene fatto nella parte centrale del documento dell’Accademia di Santa Cecilia) comporta disciplina e trasparenza. Dal documento, si evince che, oltre ad un piccolo utile finanziario ottenuto (nonostante la riduzione dei contributi pubblici) grazie alla biglietteria, agli sponsor ed alle tournée, l’Accademia genera un valore aggiunto di circa 21 milioni di euro l’anno.
A mio avviso, ove venisse fatto uno studio dell’indotto (come a Pesaro ed a Torre del Lago) , il valore complessivo alla collettività sarebbe molto più elevato.
In secondo luogo, ci sono implicazioni più vaste che ci collegano all’analisi della legge “valore cultura” pubblicata su Formiche.net del 19 ottobre. Se la legge fosse stata in vigore nel 2012, l’Accademia di Santa Cecilia non avrebbe potuto avere l’apporto di soci e sponsor privati che le hanno consentito di realizzare il programma.
Lo può ora? Di fronte alle proteste de La Scala e del Piccolo Teatro nonché dello stesso Sindaco di Milano (mentre quello di Roma pedalava silenziosamente), il Ministro ha detto che la legge verrà cambiata. Nel contempo, però, c’è, indubbiamente, un gran groviglio normativo. Anche se manca il regolamento, la legge del 2010 è tuttora in vigore ma le nuove norme la contraddicono e penalizzano le eccellenze del settore.
Non è forse il caso di darsi una mossa e di annunciarla proprio nelle settimane in cui iniziano le ‘stagioni’ non solo dell’Accademia di Santa Cecilia, ma del Teatro dell’Opera, della Scala, del San Carlo e via discorrendo?

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