New York City Opera: giù il sipario
Chiusa per bancarotta la storica istituzione che aveva sede al Lincoln Center. L’ultima composizione in scena: Anna Nicole di Mark-Anthony Turnage, opera sulla vita della playmate
FIORELLO LA GUARDIA
CHIAMAVA LA NEW YORK CITY OPERA il Teatro della gente: i prezzi erano
bassi, i cantanti giovani, le regie innovative e soprattutto si potevano vedere
prime assolute di opere americane o prime negli Stati Uniti di opere europee
che il paludato vicino di casa (Metropolitan Opera House) non avrebbe mai
accettato. Per settant’anni è stato il teatro d’opera di New York affollato da
giovani e da quella classe media non in grado di pagare gli alti prezzi dei
biglietti del Met. Le tournée della Compagnia erano attesissime: a Washington, per
esempio, erano ospitati per due settimane in inverno al Kennedy Center ed una
in estate al teatro d’opera di Wolf Trap Park.
Le difficoltà finanziarie erano cominciate una
decina d’anni fa: aumento dei costi, riduzione del pubblico attratto dal Met in
HD in diretta nei cinema a prezzi stracciati e soprattutto spostamento
dell’innovazione in termini sia di prime mondiali o americane dalla Costa
dell’Est a quella dell’Ovest dove nuove compagnie trovavano sostenitori. Nel
2011, la Nyco ha lasciato il New York State Theatre (2700 posti al Lincoln
Center), spostato l’amministrazione ed archivi a Broad Street, sulla punta di
Manhattan, e presentato programmi ridotti (quattro produzioni l’anno) in teatri
presi a nolo, tra cui il più prestigioso era la sala della Brooklyn Academy of
Music. Sempre più acuta la crisi di liquidità e di solvibilità. Sino a
portare il 27 settembre i libri in tribunale: la stagione 2013-14 non è
in grado di essere realizzata per la mancanza di almeno sette milioni di
dollari. La compagnia aveva lanciato una richiesta di donazioni sul portale Kickstarter, campagna chiusa ieri.
Nei suoi settanta anni di vita, la Nyco ha visto
fare i primi passi sul suo palcoscenico a cantanti come Placido Domingo e
Shirley Verrett. Per chi, come il vostro chroniqueur, ha vissuto
a lungo negli Stati Uniti e vi ritorna spesso, la Nyco era diventata la casa di
grandi innovatori della regia italiana o di origine italiana (come Beni
Montresor e Tito Capobianco) che con pochi mezzi creavano grandissimi
spettacoli. Era anche il luogo dove si poteva gustare l’opera americana
contemporanea (ad esempio Ballad of Baby Doe di Douglas Moore, Susannah
di Carlisle Floyd, Before Breakfast di Thomas Pasatieri, Little
Women di Mark Adamo) ancora oggi quasi sconosciuta in gran parte d’Europa.
Era, infine, il luogo dove si presentavano opere europee quali Die
Soldaten di Bernd Alois Zimmermann o Les Dialogues des Carmelites di
Francis Poulenc che il Met guardava con sufficienza ma che avrebbe accettato
dopo un chiaro successo al Teatro della gente.
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