l’analisi I
paletti necessari per Sarmi & C.
DI GIUSEPPE PENNISI P oste Italiane SpA diventerà un socio di Alitalia, in un estremo tentativo di evitare il tracollo della compagnia. Una partecipazione importante al capitale dell’azienda deve essere, però, accompagnata da vincoli ben definiti e regole precise. E da chiarimenti.
Iniziamo con i secondi: su gran parte della stampa, in questi giorni, sono apparsi fraintendimenti. Non sarà il risparmio postale in senso stretto a finanziare questa ulteriore boccata d’ossigeno a quella che in un tempo lontano (e in un contesto di mercato del trasporto aereo molto diverso rispetto a oggi) era la nostra gloriosa compagnia di bandiera. Sarà la liquidità, molto ampia, di Poste Italiane SpA ottenuta con una vasta gamma di strumenti finanziari, oltre che con i servizi della sua missione principale (recapitare lettere e colli degli italiani). Il risparmio postale in senso stretto è destinato alla Cassa depositi e prestiti che lo impiega per i propri fini statutari.
La distinzione è importante per due motivi. Da un lato, la propensione al risparmio in generale degli italiani sta diminuendo: è passata dal 10% del reddito disponibile delle famiglie nel 2009 all’8% nel 2012. Da un altro, come documentato dalle relazioni della Banca d’Italia, il risparmio postale sta diminuendo ad un tasso ancora maggiore. Le determinanti dei due fenomeni sono differenti. La riduzione della propensione al risparmio dipende, in gran misura, dall’invecchiamento della popolazione ed anche dalla recessione in atto da circa otto anni. La contrazione del risparmio postale è fisiologica: quanto più si diversificano gli strumenti finanziari ed aumenta la cultura finanziaria, tanto più anche piccoli portafogli vengono diversificati.
Rispetto all’investimento di Poste Italiane SpA in Alitalia, ciò vuol dire che non si è affatto trovato un pozzo senza fine per finanziare un’azienda già cinque anni fa considerata tecnicamente fallita da economisti specializzati nel settore come Andrea Giurichin e Carlo Scarpa. Le risorse non sono limitate ma limitatissime.
Quindi il nuovo socio, soprattutto se partner industriale, deve avere limiti temporali ben precisi per portare a termine la missione di risanare l’azienda, senza investirvi risorse aggiuntive. Una volta risanata, Alitalia dovrà probabilmente essere aggregata con altri vettori poiché difficilmente l’ormai piccola Europa (nel contesto mondiale) potrà avere più di tre linee (o consorzi di linee) intercontinentali.
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