Nuove regole
Ue, il ruolo dell’Italia
DI GIUSEPPE PENNISI
« P rima o poi, il Trattato di Maastricht va riscritto da capo a fondo». Lo ha detto il primo ministro finlandese, Jyrki Katainen, nel corso della visita ufficiale in Italia il 14 ottobre. Quasi in parallelo, il cancelliere Angela Merkel ha comunicato alla Commissione europea e alle cancellerie dell’Eurozona l’intenzione di modificare i trattati per introdurre specifici contractual, cifre e scadenze da rispettare per azzerare l’indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni in percentuale del Pil e portare al 60% del Pil lo stock di debito pubblico. Katainen guida in Finlandia un 'governo di larghe intese', Merkel si accinge a condurre una 'grande coalizione'. Appartengono ambedue al Partito popolare europeo.
In questi ultimi anni si sta riscrivendo a spizzichi e bocconi il Trattato di Maastricht, negoziato in fretta e furia sull’onda dell’unificazione tedesca, per tenere conto di un’evoluzione della situazione, molto differente da quanto ipotizzato nel 1992-93. Le numerose toppe poste in questi anni possono creare una marea di controversie giuridiche tali da azzoppare l’Eurozona. La lettera di Angela Merkel è stata inviata subito dopo l’avvio dei negoziati con i socialdemocratici sul programma della 'grande coalizione' e contiene indicazioni giuridiche puntuali su come emendare il protocollo n.14 del Trattato. A Berlino si sostiene che ci sono buone ragioni per ipotizzare che siano stati i socialdemocratici a chiedere il passo che sarà al centro del vertice di oggi e domani. Gran parte delle riforme attuate in Germania (e, secondo i tedeschi, non realizzate negli Stati europei a forte debito e bassa competitività) sono frutto del lavoro dei due governi Schröder dal 1998 al 2005; i socialdemocratici rivendicano la 'primogenitura riformatrice'. Il 'blocco sociale', poi, su cui più è gravato il costo delle riforme, è quel ceto medio basso impiegatizio ed operaio rimasto fedele al partito e che, più di altre parti dell’elettorato tedesco, non vede affatto bene che i suoi sacrifici vadano a beneficio di chi, a torto o ragione, considera lasco. Nel negoziato per la grande coalizione, i socialdemocratici hanno chiesto che il ministero dell’Economia (ampliato nelle competenze sino a comprendere Infrastrutture e Ambiente) vada ad un loro esponente di punta che li porrebbe al centro della politica europea. I contractual arrangements rappresenterebbero un effettivo trasferimento di sovranità alle autorità europee da quelle nazionali. L’aver proposto una revisione dei Trattati non vuol dire che la trattativa inizierà presto. Tanto più che tra il 22 ed il 25 maggio prossimo si terranno le elezioni del Parlamento europeo. Il dado, però, è tratto. Per l’Italia il negoziato potrebbe essere una grande opportunità, perché è verosimile pensare che abbia inizio nel semestre in cui Roma avrà la presidenza del Consiglio Europeo e delle sue varie diramazioni. Un’opportunità a cui prepararsi da subito.
© RIPRODUZIONE RISERVATA Il negoziato sul Trattato di Maastricht per Roma è un’occasione, in vista del semestre Ue
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