«Particolarità»
americana che non può accadere in Italia
DI GIUSEPPE PENNISI Per valutare se sia possibile, in via di diritto e di fatto, una “sospensione” in massa dei dipendenti pubblici italiani analoga a quella in corso negli Stati Uniti, occorre, in primo luogo, fare riferimento alle profonde differenze nel processo di formazione del bilancio in un sistema parlamentare (come quello di quasi tutti gli Stati europei) e un sistema presidenziale (in particolare quello americano).
In un sistema parlamentare, il principale atto di politica pubblica del governo (quale che ne sia il colore) è la presentazione al Parlamento di un documento sulle spese e sulle entrare negli esercizi finanziari futuri (in Italia il documento – ora costituito dal Bilancio dello Stato con i suoi 7.000 capitoli e dalla Legge di stabilità con le misure per portare i saldi tra entrate e uscite in linea con gli obiettivi di politica economica); il Parlamento ha il compito di vagliare, emendare, approvare o respingere entro tempi e un percorso procedurale ben definiti. In Italia, viene presentato formalmente un progetto di bilancio (e di politica economica) triennale, ma quello che conta davvero è il primo esercizio finanziario. Nel processo di approvazione, esprimono la loro valutazione anche le autorità dell’Unione Europea.
In una democrazia parlamentare, il governo è espressione delle Assemblee legislative e di solito ne rispecchia gli obiettivi. Una “sospensione” dei dipendenti potrebbe verificarsi unicamente nel caso di una crisi di liquidità a cui le istituzioni finanziarie (Banca centrale in primo luogo) non volessero, o non potessero, porre anche un pur temporaneo riparo.
Negli Stati Uniti, invece, il Bilancio, e le pertinenti misure di politica economica, si formano in Congresso (Parlamento), specialmente nella Commissione Ways and Means (Mezzi e Misure, simile a Finanze e Tesoro in molte Assemblee legislative europee). Viene approvato e inviato al Presidente che ha facoltà di respingerlo, ma deve farlo proprio se in seconda lettura viene approvato da due terzi del Congresso. È sempre il Congresso ad autorizzare il “tetto” massimo di debito pubblico. Non è la prima volta che l’esecutivo americano si trova nella situazione di non poter spendere perché per farlo dovrebbe sforare il “tetto” o perché a impedirlo ci sono differenze profonde di politica economica con la Casa Bianca. Ciò avviene solo e sempre se ci sono divergenze politiche molto profonde tra Congresso e Casa Bianca – due istituzioni che hanno legittimazioni elettorali molto differenti e si controllano a vicenda.
È successo 17 anni fa e anche altre volte nel passato. “Sospendere” 800.000 dipendenti, non erogare pensioni e non pagare i fornitori ha in passato condotto a un “compromesso” nel giro di pochi giorni, portando a un ravvicinamento tra differenti visioni politiche.
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le differenze
Il loro sistema presidenziale «blinda» tempi e modi per il budget Nel nostro c’è invece più «flessibilità»
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