martedì 8 ottobre 2013

Aspern arriva a Venezia in Milano Finanza 8 ottobre

Teatro L'opera di Sciarrino ambientata in Laguna coinvolge studenti di regia e costumi
Aspern arriva a Venezia
Sonorità rarefatte, silenzi e un clima di mistero permeano il singspiel
di Giuseppe Pennisi

La Fondazione La Fenice è il teatro d'opera italiano con maggiore produttività e l'unico che alterna titoli di repertorio con musica contemporanea. Nell'intimo Teatro Malibran è in scena fino al 10 ottobre Aspern, singspiel in due atti di Salvatore Sciarrino su libretto dello stesso compositore e del regista Giorgio Marini, tratto dal racconto The Aspern papers (Il carteggio Aspern) di Henry James.
http://www.milanofinanza.it/artimg/2013/197/1845632/1-img422917.jpgUn giovane studioso americano ha saputo che una vecchia signora sua conterranea, abitante in laguna quasi in povertà, è in possesso di un carteggio di inestimabile valore letterario, presumibilmente lettere d'amore ricevute 70 anni prima da Jeffrey Aspern (grande e noto poeta), di cui era all'epoca l'amante. Tutto il racconto narra le peripezie della ricerca, le complicazioni sentimentali che ne nascono, la squallida tragedia della donna quasi centenaria e povera. Il finale è aperto o meglio ambiguo come in un thriller di Hitchcock, con più misteri al termine del lavoro che all'inizio.
Il singspiel alla maniera settecentesca alterna numeri in musica, e cantati, con parti parlate. Naturalmente, l'ouverture, le arie, i parlati, i brani solo strumentali si stemperano gli uni negli altri e, ovviamente, non sono più quelli di una volta, in quanto intrisi di scrittura musicale novecentesca. La musica è tesa a fare risultare l'ineffabile, il mistero.
http://www.milanofinanza.it/artimg/2013/197/1845632/2-img442108.jpgLe sonorità sono rarefatte, interrotte da lunghi silenzi per creare il clima che pervade il piccolo mondo decadente in una Venezia macera. Di effetto il suono spettrale del timpano e le ossessioni ritmiche. La partitura di Sciarrino è calligrafica e minimalista, densa però di rimandi e ammiccamenti a Mozart, Verdi e a melodie veneziane di gondolieri del Settecento. Rappresentato al Maggio Fiorentino dal 1978, Aspern è passato da numerosi teatri stranieri, ma solo ora approda in quella Venezia dove ha luogo la vicenda.
Il lavoro richiede un piccolo organico orchestrale (diretto da Mario Angius), un soprano di coloratura in grado di svettare (Zuzana Marková) e di evocare frammenti di arie molto note al pubblico (soprattutto da Le Nozze di Figaro), un attore (Francesco Gerardi in più ruoli) e, per le parti minori studenti dell'Iuav (Istituto universitario d'architettura di Venezia). Anche regia, scene, costumi e luci sono ideati dagli studenti del Laboratorio di teatro musicale, sotto la guida dei tutor Monique Arnaud per la regia, Margherita Palli per le scene, Gabriele Mayer e Claudio Coloretti per i costumi. Anche se non particolarmente innovative, sono funzionali allo spettacolo e rappresentano comunque un modo intelligente per formare i giovani e avviarli alla professione.
Misurata ed essenziale la gestualità sulla scena, così da evitare ogni connotazione realistica che sarebbe fuori luogo in una rappresentazione sottilmente allusiva e permeata di simbolismo. Ottocenteschi i costumi, generalmente di colore scuro, a parte il vistoso vestito rosso indossato da Zuzana Marková, quando appare sulla scena. Piuttosto tradizionale l'interpretazione degli attori. L'approdo di Aspern a Venezia potrebbe essere l'inizio di un nuovo viaggio in teatri italiani, specialmente in quelli che cercano teatro in musica a costi contenuti e tali da attirare pubblico delle nuove generazioni. Obiettivi che molte fondazioni si pongono a ragione di ristrettezze finanziarie che, realisticamente, sembrano destinate a durare a lungo. (riproduzione riservata)

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