Nel tormentone Alitalia, parafrasando la pucciniana “Turandot” (“Gli enigmi sono tre, la morte è una”), si potrebbe dire : le alleanze sono tre, l’antitrust è una. Ed il futuro di Alitalia dipende, in gran misura, da quello che deciderà l’antitrust. Non l’authority nostrana oppure quella europea ma quella Usa in materia di trasporti aerei a cui si sono rivolte la American Airlines, la British Airways e la Iberia per avere una deroga (od un’interpretazione “in deroga”) ai regolamenti in vigore. American Airlines, British Airways e Iberia fanno parte dell’alleanza Oneworld ed hanno appena firmato un patto per rotte comuni attraverso l’atlantico (e nel resto del mondo) che darebbe loro una posizione dominante (in termini di slots) in numerosi aeroporti (Heathrow soprattutto). Non è la prima volta che Oneworld chiede la deroga: ha tentato nel 1999 e nel 2002, con esiti negativi (nonostante che gli accordi per rotte comuni di allora fossero molto meno cogenti di quello appena concluso). Virgin Atlantic Airways ha già rivolto un contro-appello all’antitrust, argomentando che Oneworld avrebbe il 65% della capacità passeggeri tra Heathrow e New York (ed ancora di più tra Heathrow e Boston, Miami, Chicago e Los Angeles); quindi, potrebbe fare il bello ed il cattivo tempo nei cieli attraverso l’Atlanfico:
Silenzio, per ora, dalle altre due alleanze: Skyteam (guidata da AirFrance-Klm e Delta Airlines – e di cui fa parte Alitalia) e Star (guidata da United Airlines e Lufthansa- e di cui fa parte AirOne). Anzi, la richiesta (di deroga) da parte di Oneworld afferma specificatamente che Skyteam all’aeroporto parigini Charles de Gaulle e a quello Amsterdam e Star a quello di Francoforte hanno una posizione dominante ancora più forte di quella che l’alleanza avrebbe a Heathrow. Non solo ma – pare quasi di leggere il recente libro “Cartello a perdere” curato da Alberto Mingardi - la richiesta implica che, senza la posizione dominante a Heathrow, l’alleanza rischierebbe di andare in perdita (anche a ragione dell’aumento dei costi e della diminuzione dei passeggeri).
Cosa c’entra tutto ciò con le vicende della nostra Alitalia che perde oltre un milione di euro al giorno, il cui piano industriale, possibili ricapitalizzazioni ed intese finanziarie ed industriali sono al vaglio di Intesa- SanPaolo ed in cui CdA si riunirà il 29 agosto per deliberare su come uscire da quello che sembra un cul-de-sac senza uscita?
C’entra molto. In primo luogo, un’eventuale deroga dell’antitrust Usa a favore di Oneworld, renderebbe più malleabili gli antitrust Ue e dell’Italia nei confronti delle tratte Roma-Catania e Roma-Milano. Un’eventuale deroga a favore di Oneworld, però, renderebbe più difficile uno dei tasselli su cui pare stia lavorando Intesa-SanPaolo: la fusione o incorporazione di AirOne in Alitalia. Non solo a ragione della situazione finanziaria ed industriale di AirOne (su cui, dopo tante voci e tante inchieste giornalistiche, unicamente l’azienda può fare chiarezza , mostrando a tutti i risultati finanziari ed operativi per il 2007), ma anche in quanto nei cieli europei ed atlantici si delineano tre alleanze contrapposte:Oneworld, Skyteam e Star. Per Alitalia ed Airone è difficile stare simultaneamente in due delle tre. AirOne potrebbe facilmente sganciarsi da Star ed entrare in Skyteam, ma – dato che è estremamente improbabile la ripresa del dialogo tra Alitalia e AirFrance-Klm mentre Lufthansa e Alitalia appaiono adesso come alleati “naturali” (per utilizzare il lessico della diplomazia)- la soluzione logica sarebbe l’uscita di Alitalia da Skyteam ed il suo ingresso in Star con in prospettiva un’intesa con Lufhansa. Ma a Colonia, sede della Lufthansa –si dice – AirOne non è particolarmente amata.
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