Il Presidente della Provincia Nicola Zingaretti ha annunciato un progetto (“Zero Dd”) per creare una rete WI-FI (connessioni veloci senza fili) in tutto il territorio con 500 punti d’accesso gratuiti e 50 punti di creatività ed innovazione tecnologica. Alcuni anni fa, l’Amministrazione Veltroni lanciò, con molto impatto mediatico, uno schema di portare il WI-FI gratuito nei parchi romani; i risultati furono modesti – pochi punti d’accesso (specialmente a Villa Borghese).
Il Sindaco Alemanno ha un’occasione irrepetibile: partendo da queste e da altre esperienze e soprattutto dall’obbligo europeo di estendere la televisione digitale terrestre a tutti entro 2012, porre come elemento unificante del suo programma quello di fare diventare Roma “la capitale digitale” per eccellenza. E’ un architrave del progetto di sviluppare il modello Roma sulla ricerca e l’innovazione in partnership tra pubblico e privato (lanciato su Il Tempo del 30 giugno). Comporta il miglioramento delle università romane, ora (tranne poche) in fondo alle classifiche. Implica la riorganizzazione, in ogni caso necessaria, degli uffici. Soprattutto, la “capitale digitale” costa poco alle casse comunali (poiché molti costi d’impianto sono già finanziati e per altri si può fare ricorso a sponsor privati ed a finanza di progetto), rilancia l’informatica del Lazio (su cui si addensano preoccupazioni) e fornisce un contributo importante all’innovazione tecnologica di tutta la Nazione (a ragione dei nessi tra digitale terrestre, telefonia della terza e quarta generazione e riforme delle amministrative). Rende digitali (nei rapporti con il Comune) quelle fasce (gli anziani, le famiglie a basso reddito) che non hanno un Pc a connessione veloce ma un televisore; ha, dunque, importanti risvolti sociali.
Lo documenta lo studio di fattibilità sul digitale terrestre, riassunto nel volume Bezzi e altri “Valutazione in Azione”, F.Angeli; il digitale sarà sostenibile sotto il profilo finanziario solamente se la sua forte capacità interattiva sarà utilizzata per sbrigare i contatti (le pratiche) tra cittadini ed imprese, da un lato, e le amministrazioni comunali. Una tariffa di 10 centesimi d’euro a pratica rende sostenibile il sistema ed evita ai cittadini di andare ai municipi od agli assessorati, perdendo tempo (e quindi denaro). Se ne avvantaggerebbero tanto l’amministrazione quanto i cittadini e le imprese. Si ridurrebbero drasticamente quei costi di transazione che il Premio Nobel Douglas North addita come il maggiore vincolo allo sviluppo. Si darebbe un impulso all’industria elettronica (oltre che all’informatica) del Lazio. Roma diventerebbe un esempio per le altre capitali: un’analisi freschissima pubblicata da economisti svedesi e francesi sul periodico “Industrial and Corporate Change” mostra eloquentemente la capacità imitativa d’esempi di questa natura. I benefici d’immagine sarebbero molteplici. Seguirebbero la sostanza. Non annunci mediatici a vuoto, come in passato.
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