martedì 26 agosto 2008

IL FEDERALISMO FISCALE PER FUNZIONARE HA BISOGNO DI QUELLO GIUDIZIARIO, L'Occidentale 22 agosto

Si può pensare ad un federalismo fiscale senza predisporre, in parallelo, un federalismo giudiziario? Il tema è stato sollevato, in tempi non sospetti, da uno scienziato della politica tra i più noti in Italia ed all’estero – Giovanni Sartori -, il quale non gode certo di simpatie né per l’attuale Presidente del Consiglio né per la coalizione che ha vinto le elezioni della scorsa primavera. Lo sollevò quando nell’ultimo scorcio della XIII Legislatura, il centrosinistra, allora guidato da Giuliano Amato, approvò il nuovo Titolo V della Costituzione che conferiva vasti poteri alle Regioni in materie concorrenti con lo Stato Centrale. Le numerose leggi regionali (1200 unicamente nel campo dell’assistenza sociale nell’arco di un solo anno solare) – argomenta Sartori – avranno certamente esigenza di magistrati specializzati nella loro interpretazione , al fine di dirimere vertenze. Nel corso della XIV Legislatura, ho fatto parte di una Commissione – presieduta dal Prof. Sabino Cassese – per riorganizzare il Ministero delle Attività Produttive, le cui competenze erano state, in gran misura, spolpate a ragione del nuovo Titolo V della Costituzione. Parve a noi tutti necessario non tanto dare un nuovo organigramma al dicastero quanto congetturare su come sarebbe stata interpretata la normativa specialmente in materia industriale (in gran misura diventata di competenza delle Regioni).
Non sta a me esprime un giudizio di merito sulla “bozza Calderoli” sul federalismo tributario pubblicata in questi giorni da alcuni quotidiani. E’ compito di specialisti di diritto tributario. Tuttavia, una lettura attenta mostra ancora una volta l’esigenza (in numerosissime materie) di una magistratura specializzata e che abbia come riferimento le Regioni ed i propri organi. In caso contrario, c’è la probabilità che la magistrature centralizzata non avendo gli strumenti per interpretare le norme regionali rallenti ulteriormente il tutto e porti la crescita dell’Italia da rasoterra e sottoterra.
Il federalismo giudiziario – ha scritto in molti dei suoi 40 libri uno dei più noti giuristi mondiali Richard Posner – è l’antidoto alla lentocrazia giudiziaria ed alla malagiustizia in quanto i pubblici ministeri ed i giudici non sono solamente seperati in termini di accesso alla professione e di carriera ma sono sottoposti al controllo sociale, sempre più forte e sempre più rigoroso in una società attiva (come sta diventando la nostra).Ciò non evitare errori giudiziari ma li limita con lo stigma sociale nei confronti di chi li commette (oltre che come avviene in alcuni Stati dell’Unione con la radiazione sia dalla magistratura sia dai pubblici uffici). E’ stato anche un elemento dello sviluppo economico degli Usa.
Si potrebbe pensare ad un’organizzazione giudiziaria di primo grado a livello regionale, ad un secondo grado a livello interregionale (come i “precints” Usa), mantenendo la Cassazione a livello centrale. Ed il CSM? Da sempre parte delle sue funzioni non si applicano nella Regione Siciliana che ha un proprio Consiglio di Giustizia Amministrativa. La soluzione logica sarebbe avere dei mini-CSM regionali con un organo centrale di tre-cinque componenti.

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