La questione Alitalia è rimandata a settembre. E’ ciò che avviene a chi ha troppi debiti. Ciò non vuole dire che in agosto, i vertici di Alitalia non siano alle prese con un vero e proprio puzzle (che tutti sperano venga miracolosamente risolto prima del 18 agosto dalla bacchetta magica di Intesa San Paolo). Siamo, si dice alla Magliana, al Toto-Alitalia.
Il primo tassello riguarda proprio Toto (Carlo) di professione imprenditore e patron di tante aziende tra cui AirOne. Avrebbe chiesto 300 milioni d’euro (la richiesta iniziale era di € 400 milioni) per l’aviolinea da lui creata e per suo figlio Alfonso la Vice Presidenza della “NewCo” che rimpiazzerebbe Alitalia. Inoltre, ci si dovrebbe fare carico dei debiti (circa € 100 milioni, secondo la stampa specializzata) che affliggono AirOne. Carlo Toto è un imprenditore dinamico e pieno di idee con interessi che spaziano dalla terra (edilizia) ai cieli (aeronautica); ha molti amici sia nella maggioranza sia nell’opposizione; un vero bipartisan. Tuttavia, secondo i dati pubblicati da uno dei maggiori quotidiani economici italiani (ripresi dalla stampa internazionale e mai smentiti), AirOne avrebbe, oltre a debiti, una marea di guai industriali (soprattutto aerei che viaggiano, secondo le fonti statistiche ufficiali, mezzi vuori). Alla Magliana si mormora che il salvataggio riguarderebbe la cuginetta più giovane e già malmessa, piuttosto che la vecchia signora malconcia, ma ancora elegante. AirOne non piace neanche agli antitrust, sia europei sia italiani, perché, a torto o a ragione, le nozze con Alitalia potrebbero essere viste come un sussidio di Stato e la cattura di una posizione dominante sulle rotte Roma-Milano e Roma-Catania.
Il secondo tassello è a Von-Gablenz-Strasse 2-6 50679 Cologne 21, sede centrale della Lufthansa. A Cologna ci si chiede se, nel riassetto dell’aviazione civile europea (ed in particolare , dopo l’accordo tra la British Airways e l’Iberia), l’ Alitalia non sia, ove rimessa a posto, la sola compagnia aerea rimasta in campo per un eventuale matrimonio. Lufthansa sarebbe un partner ideale della “NewCo” per complementarità di rotte, di hub e –lo sanno in pochi – di laboratori di ricerca. Da anni, Luthansa guida la cordata di “code-sharing” Star Alliance di cui fa parte AirOne; la compagnia tedesca – lo abbiamo ricordato su L’Occidentale del 31 luglio - non ha mai celato, anche in dichiarazioni pubbliche, di avere poco fiducia nella capacità d’AirOne di diventare un vettore internazionale. Ma Carlo Toto è un duro e resterà nel Toto-Alitalia sino al calar del sipario della complicata vicenda. Occorre vedere se nella bilancia peseranno più i tedeschi od i “generoni” bipartisan e superpartisan della politica romana, da sempre “inciucista” quando si tratta di aerei ed aeroporti.
Il terzo tassello riguarda le Regioni. Adesso alcune di loro, tramite le loro finanziarie, vorrebbero fare parte del club “New Co”, seguendo quanto è già avvenuto in Belgio quando Sabena chiuse i battenti (inseguita dai creditori) e si dovette, in fretta e furia, creare un’altra compagnia. Entrerebbero in un salotto con Benetton, Gavio, Ligresti, e Intesa San Paolo; quanti dirigenti regionali hanno mai sognato di potersi sedere a tale mensa con cotanta compagnia! Un obiettivo non troppo celato (d’alcune Regioni) è quello di difendere i loro aeroporti (specialmente al Nord) da una necessaria razionalizzazione (che implicherebbe ridimensionamenti e forse chiusure). C’è il colbertismo in sedicesimo; fare rientrare lo Stato (e possibili aiuti pubblici, magari nascosti dietro un’oculata distribuzione degli slots) dalla finestra (regionale) dopo averlo fatto uscire dal portone di Via Venti Settembre (sede del Ministero dell’Economia e delle Finanze). Il tassello Regioni è speculare al tassello Toto – quindi, è possibile che agosto serva a tessere alleanze, pardon inciuci. Né l’uno né l’altro, però, piacciono
Il quarto tassello è il nemico comune degli inciucisti: il mercato il quale non gradirebbe qualcosa che appare troppo pasticciato, preannuncia problemi con gli antitrust e doglianze da Regioni che non potessero entrare (o non venissero ammesse) ed occhiatacce nei confronti di Toto (considerato un “parvenu” a Piazza Affari e dintorni). Il mercato, lo sappiamo, ha puzza sotto il naso soprattutto nei confronti di nuovi soggetti che, con un mix di sagacia e di fortuna, hanno avuto successo. Lo stesso Silvio Berlusconi ha dovuto penare per entrare nei salotti buoni. Tuttavia, era alla guida d’aziende redditizie e che creavano occupazione. Mentre qui siamo alle prese con un salvataggio (forse al quadrato) con soldi pubblici a go-go ed esuberi a migliaia. Con Von-Gablenz-Strasse 2-6 irritata. Con la difficoltà oggettiva di tornare con il cappello in mano da Spinetta; quando era funzionario del Ministero dell’istruzione, da buon còrso, era noto per l’abilità con cui sapeva prendere a pernacchie sul motivo del Can Can di “Orphée aux Enfers” di Offenbach.
Alla Magliana, un dirigente ironizza che il puzzle assomiglia ad una nuova versione (tragicomica di) un film con Dustin Hoffman di trent’anni fa: Toto contro Toto. E’ un’ultrasemplificazione (che piacerebbe al Ministro Calderoli). Ma le battute hanno sempre un fondo di verità.
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