Dall’inizio del XXI secolo, gli appassionati di grande musica vanno all’inizio di settembre in una piccola città delle Marche, nota soprattutto per avere dato i natali a Federico II: Jesi. Vi sono anche nati due musicisti che hanno rivoluzionato la musica europea : Pergolesi e Spontini. E’ nato un piccolo grande festival dedicato ai due musiciati. Lo si è fatto una modesta iniezione di denaro dal Fondo Unico per lo Spettacolo, Fus, contributi dagli enti ed imprese locali. Pochi pensavano che avesse vita duratura: viaggia verso la decima edizione ed ha assunto un rilievo internazionale Dal 5 al 13 settembre 2008, in co-produzioni con il Festival di Radio France a Montpellier e l’Accademia della Pietà dei Turchini di Napoli, promette di portare alcuni dei suoi spettacoli in giro per l’Europa. Il tema è “opera prima, alle radici del genio”. Presenta “opere prime” non solo dei due compositori jesini ma anche di Mozart, Scarlatti, Soler, Vivaldi ed altri. L’evento centrale è la prima rappresentazione in tempi moderni de “La Salustia”, dramma per musica, composto da Pergolesi a 21 anni.
Si tratta in effetti di una prima mondiale poiché proprio quando l’opera stava per essere messa in scena, venne a mancare, alla vigilia della prima rappresentazione, il cantante per cui era stata scritta (il Nicolino). Dovette essere riscritta per più giovane , e meno abile, (Giocacchino Conti). In effetti, in quella che si è ascoltata a fine luglio al Festival di Radio France a Montpellier e si vedrà ed ascolterà a Jesi , viene eseguita la scrittura vocale originaria del lavoro. “La Salustia” segue i canoni dell’”opera seria”: passioni smisurate, calunnie, pure combattimenti con le fiere, ed immancabile lieto fine. Un’analisi della partitura documenta come in questa e nell’”opera seria” successiva (“Il Prigionier Superbo”) , Pergolesi facesse uno sforzo non solo di assimilare ma di rendere chiaro e trasparente il linguaggio dei musicisti allora all’avanguardia (Leo, Hasse, Vinci). In “Adriano in Siria”, visto ed ascoltato a Jesi l’autunno scorso e grande successo del festival di musica barocca di Beaune questo luglio, Pergolesi affronta tutte la opportunità che il “sistema melodrammatico” può offrire. Ne “L’Olimpiade” (che da Jesi è andato in una lunga tournée nel 2003) effettua una scelta stilistica intimista. Accanto a questo percorso nel teatro serio, ne svolge uno parallelo nella musica sacra (“Salve Regina”, “Stabat Mater”) e soprattutto nella commedia in musica (“”Lo’ Frate Innamoratu”, “La Serva Padrona”, “Livietta e Tracollo”, “Il Flaminio”). In tutte queste composizioni, anche le più religiose o le più esilaranti, pone al centro “il palpito dell’anima” (come ha acutamente scritto Francesco Degrada).
Dopo avere ascoltato “La Salustia” a Montpellier meno di un mese fa, un critico musicale americano a Montpellier, Michael Milenski, ha scritto, su “Seen and Heard International Opera Review”, ha scritto “le meraviglie non cessano di esistere”.Milenski è severo nei confronti della durata del lavoro (tre ore e mezzo con un breve intervallo- tipico per l’epoca) ma ne esalta la parte musicale e sottolinea le trovate dell’allestimento scenico. Molto positive le recensioni (delle rappresentazioni a Montpellier) su ODB Opéra Forum, un web francese dedicato alla lirica.
Ancora una dimostrazione che l’intelligenza paga. Rechiamocii a Jesi ed innaffiamo “La Salustia” con un buon Verdicchio.
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2 commenti:
Articolo apprezzabile, anche se non sono in grado di esprimere pareri. Ma devo fare un appunto: Jesi ha dato i natali solo a Pergolesi, mentre Spontini è nato (e morto) a Maiolati Spontini, un comune a pochi chilometri da Jesi.
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