martedì 26 agosto 2008

SPESA SOCIALE AI COMUNI E TANTE PRIVATIZZAZIONI, Il Tempo del 25 agosto

La fine di agosto è il periodo in cui i principali Paesi dell’Ue e dell’area dell’euro predispongono le rispettive leggi di bilancio. Dei grandi Paesi dell’Ue solo la Gran Bretagna ha un calendario differente – il “budget” viene presentato in primavera. L’Ecofin di settembre è l’occasione consueta per scambiare idee sulle manovre in atto. Le leggi finanziarie in preparazione di maggior rilievo per l’Italia) sono quelle di Germania, Francia e Spagna.
Il 2008 è un anno anomalo. Prima delle vacanze estive, in Italia il Parlamento ha convertito in legge un decreto che specifica obiettivi e misure di finanza pubblica per i tre esercizi finanziari che iniziano il 1 gennaio 2009. La finanziaria italiana, quindi, sarà essenzialmente un ulteriore specificazione di quanto già approvato anche perché la manovra deliberata ipotizzava il rallentamento dell’economia in corso. Anche in Spagna, si sono accorciati i tempi con la riunione straordinaria del Consiglio dei Ministri che, il 16 agosto, ha definito una manovra anti-ciclica di 20 miliardi di euro, da attuarsi in gran misura tramite l’Ico (l’istituto pubblico di credito), e mirata essenzialmente a sostenere la domanda. Gli altri grandi Paesi dell’area dell’euro (Francia, Germania ed Italia) non sono in condizione di seguire la Spagna (e realizzare una manovra reflattiva coordinata) a ragione dei loro disavanzi di finanza pubblica, al limite di quanto previsto nei programmi di rientro definiti con le autorità europee.
E’ proprio dalla Francia e dalla Germania, però, che vengono alcune idee e proposte che possono essere utili nell’affinare la strategia dell’Italia (senza modificare i parametri del programma triennale approvato poche settimane fa dal Parlamento). In Francia, in particolare, le ristrettezze di finanza pubblica stanno inducendo ad una svolta silenziosa ma che, se si realizza a pieno nella “loi des finances” da presentare a fine settembre all’Assemblea Nazionale, potrebbe essere epocale. In breve, in un Paese tradizionalmente molto centralizzato, una parte crescente della spese in materia di solidarietà sociale (e di gettito fiscale) verrebbe affidato direttamente agli enti locali (Regioni, grandi Comuni) nella convinzione che il controllo sociale dal basso ne migliorerebbe efficienza e qualità. In altri termini, una forma di federalismo fiscale.
In Germania, invece, spostata gradualmente a 67 anni l’età per poter fruire delle pensioni, la grande partita è quella della privatizzazione di una delle maggiori attività di mercato ancora di proprietà federale: le ferrovie. Binari e stazioni resteranno di proprietà e controllo federale, ma il materiale rotabile e la gestione vengono messi sul mercato non soltanto per fare cassa ma con l’intenzione di rendere un migliore servizio.
Mentre il federalismo fiscale ha alta priorità nella politica di finanza pubblica italiana, di privatizzazione si parla molto poco. Dalla Repubblica Federale potrebbe venire uno stimolo a parlarne (e farne) di più.

Nessun commento: