sabato 30 agosto 2008

LA RAPIDA CORSA VERSO IL MODELLO “ZERO HUB” Il Tempo, 30 agosto

In mandarino l’ideogramma che vuol dire opportunità, significa, se rovesciato, rischio. Nella nuova economia dei trasporti – quella che ha una delle sue fucine all’Università Erasmus a Rotterdam (dove, utilizzando metodologie innovative, sono stati riprogrammati gli aeroporti del Nord Europa) – il sistema degli “hub”, tipico di vettori nazionali e regionali, è superato da quello che è chiamato il “modello zero hub” meglio adatto a compagnie internazionali od a reti internazionali d’ aviolinee su base nazionale.
Occorre tenerlo presente nel valutare le opportunità ed i rischi, per Fiumicino, delle decisioni pertinenti al futuro di quella che fu l’Alitalia. Lo scalo ed il suo ruolo hanno un’importanza vitale per Roma ed il suo hinterland non solamente per l’occupazione a loro collegata ma anche per i contenuti tecnologici dell’infrastruttura e per gli investimenti effettuati nell’area. I documenti ufficiali sulla Compagnia Area Italiana (Cai) che incorporerà le attività più promettenti di Alitalia e di AirOne non dicono nulla sul futuro dei maggiori aeroporti italiani. Esperti italiani come Giulio De Carli e stranieri come Han Smit , ritengono che in prospettiva il modello “zero hub” sia quello che prevarrà, specialmente se tra gli azionisti della Cai entreranno – ipotesi non del tutto improbabile – sia AirFrance-Klm sia Lufthansa, facendo diventare la nuova azienda la cerniera del traffico aereo dell’intera Europa continentale proiettato verso il resto del mondo.
Ciò rappresenta un’opportunità di rilievo per Fiumicino (che diventerebbe sempre più internazionale ed avrebbe un aumento quantitativo e qualitativo delle attività). E’, però, anche un rischio: in un modello “zero hub” gli scali sono in competizione gli uni con gli altri. Vince chi offre i servizi migliori in termini di puntualità, imbarco e sbarco, comfort a terra. Tutti gli interessati ad un futuro prospero per Fiumicino (sindacati e fornitori di servizi di collegamento con la città, come i taxi e le ferrovie) devono collaborare per fare sì che in un mondo “zero hub” i consumatori scelgano lo scalo vicino alla capitale.
Chi viaggia frequentemente per lavoro, come il vostro “chroniqueur”, ha sotto i propri occhi un esempio: il rifiorire dello scalo di Fontana Rossa nei pressi di Catania che potrebbe contendere a Fiumicino il primato per le rotte per il bacino del Mediterraneo, per l’Africa ed anche per l’Estremo Oriente (passando per il Golfo Persico). E’ un concorrente più agguerrito di Malpensa per gli ottimi servizi che oggi offre e di cui pochi (al di fuori del mondo dell’aeronautica civile) si sono accorti.
In un mondo dove tutti corrono, chi si ferma è perduto. Lo hanno scritto tanto il Rev. Lewis Carrol quanto Tinto Brass: nella massima c’è verosimilmente del vero.

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