La “Veltronomics” conosce l’inglese, pur se “I care” non gli portò molto bene e “Yes, we can” non sembra destinato ad un fato migliore. In questi giorni sarebbe molto più utile la conoscenza del tedesco, nonostante WV (Walter Veltroni) & Co. siano arrivati a Bad Godesberg con cinquanta anni di ritardo. La lettura della stampa e delle analisi della Repubblica Federale dovrebbero indurre loro a dare maggior peso al potenziale elettorale dell’Arcobaleno.
La sinistra tedesca – che sembrava schiacciata dalla Grande Coalizione - ha vinto alla grande nelle elezioni nella città-Stato di Amburgo. Pochi mesi fa aveva ottenuto un successo superiore alle aspettative nell’Assia, cuore pulsante della finanza, la cui capitale è Francoforte. Prima ancora risultati analoghi, ed a sorpresa, nella Sassonia Meridionale . Non siamo, quindi, alle prese con quei Länder orientali dove si annidano nuclei di nostalgici alla “Good bye, Lenin!”, il bel film di Wolfgang Becker . Siamo in territori radicati nell’Occidente, dove il voto a sinistra sta crescendo in quanto sta aumentando il disagio (dal lato dei prezzi non, come avviene in Italia, anche da quello della produzione, dell’occupazione e dei consumi) ed una fascia dell’elettorato ritiene di non essere più rappresentata dalla SPD a braccetto con i Cristiano Democratici ed i Cristiano Sociali.
Un fenomeno analogo è in atto noi. Il “dodecalogo” è un maquillage del programma CdL del 2006. Nel tentativo di smarcarsi dalla disastrosa esperienza del Governo Prodi (pur Presidente del Partito Democratico, PD). WV & Co. fanno un giorno sì ed uno no concessioni a tesi programmatiche tradizionalmente appartenenti al centrodestra: riduzione dei poteri del sindacato, promesse di privatizzazioni a go-go , impegni di liberalizzazioni.
I dati Istat ci ricordano che, negli anni del Governo Prodi, la situazione di molti italiani a reddito e consumi bassi (fasce che hanno alimentato l’Italia a sinistra) è peggiorata: redditi che ristagnano, prezzi dei beni più frequentemente acquistati che aumentano rapidamente, ritorno dello spettro della disoccupazione. Dal 1921 c’è un’Italia marxista che tiene le distanze dal liberal-socialismo europeo (e WV è stato nella nomenklatura di questa Italia sino a ieri). Per queste fasce sociali ed orientamenti intellettuali, il “dodecalogo” vale quando un “assignat” di Luigi XVI – ossia è una fregatura. Lo sanno: non vengono certo distratti da quattro veline e da qualche festa del cinema. Sono consapevoli che la “loro” sinistra radicale non è vincente: meglio, però, avere una pattuglia numerosa ed agguerrita di deputati e senatori i quali (comunque vadano i risultati delle elezioni) potranno dar vita dura ad una Veltronomics che corre in cattiva compagnia – manette e “di tutto e di più” transnazionale e transpartitico – e promette le stesse cose che propone il centro-destra. L’Arcobaleno ringrazia WV e gli estensori del “dodecalogo”.
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