martedì 18 marzo 2008

LA TRATTATIVA CAPESTRO NON E’ AFFATTO FINITA

Oggi 18 marzo, la cura di AirFrance-Klm per Alitalia verrà presentata ai sindacati e forse si pronuncerà anche il Governo Prodi. E’ una cura pesante: un acquisto di 160 azioni Alitalia per un’azione AirFrance-Klm, un aumento di capitale previsto per giugno (e dopo che l’erario abbia effettuato un prestito-ponte di 300 milioni di euro alla compagnia di bandiera per consentirle di sopravvivere), 1600 dipendenti in esubero e sino a 5000 (alcune fonti parlano di 8500) da trasferire ad amministrazioni pubbliche, un taglio del 20% delle rotte, la perdita dello status di “hub” per Malpensa e lo smantellamento di Alitalia Cargo. Inoltre, un decreto legge convertito dal Parlamento dovrebbe bloccare il contenzioso con Malpensa. Nel conglomerato AirFrance-Klm , Alitalia conserverebbe il marchio di compagnia di bandiera, il logo, le uniformi; un italiano, inoltre, farebbe parte del CdA della holding. Sono condizioni molto più dire di quelle che ci si aspettava, o che ci si auspicava, poco più di due mesi fa quando venne iniziata la trattativa in esclusiva. Gli auspici – lo sappiamo – non corrispondono sempre alle aspettative.
A questo punto, è futile chiedersi chi ha sbagliato nella procedura di privatizzazione iniziata nel dicembre 2006. Il Tempo ha commentato, passo passo, i vari errori commessi; ha anche delineato possibili situazioni. Avvertendo che man mano che passava il tempo, la situazione si faceva sempre più grave. Al momento, non pare ci siano alternative alla proposta AirFrance-Klm; non c’è stata nessuno smentita ai dati, pubblicati sulla stampa nazionale, sulla apparente poca consistenza finanziaria ed industriale di una mai completata contro-offerta di AirOne. Nel contempo, la situazione della liquidità di Alitalia si è fatta sempre più drammatica; da qui il ricorso al prestito-ponte. Ora si è giunti prossimi a quanto formulato da Gary Becker in tema di teoria economica del suicidio negli Anni ’60 ed innovato da Daniel Hamermesh e Neal Soss in fondamentale saggio pubblicato un quarto di secolo fa nel “Journal of Political Economy”. In breve, seguendo Hamermesh e Soss, anche se Alitalia desse valore zero alla propria sopravvivenza, ci sarebbe un “valore d’opzione” (a fronte di un atto così irreversibile quale il suicidio della compagnia): aspettare per vedere se qualcosa migliora. Paradossalmente, AirFrance-Klm operano proprio su questo “valore di opzione”; il prezzo che offrono è così basso perché si tratta di una “opzione call”, la facoltà, non l’obbligo, di rimettere in senso la malridotta compagnia in un contesto di grande incertezza in materia di trasporto aereo in generale (e di relazioni industriali in Italia, in particolare).
E’ proprio prendendo spunto da questo “valore di opzione” che Alitalia, il cui CdA ha già approvato l’offerta AirFrance-Klm, ha un sentiero, stretto ed in salita, da percorrere: affinare i dettagli della transizione.

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