martedì 25 marzo 2008

DIETRO LA VOCE DI MARRINA SERAFIN UNA TOSCA BELLA E SENSUALE DA MF DEL 21 MARZO

Al Teatro dell’Opera di Roma il mese di aprile è in gran parte dedicato a Puccini, di cui si celebrano i 150 anni della nascita: si alternano “La fanciulla del West” nell’allestimento della Los Angeles Opera con la regia di Giancarlo Del Monaco – la prima è l’8 aprile - e “Tosca” nel nuovo allestimento di Franco Zeffirelli che il 14 gennaio scorso ha inaugurato la stagione del teatro e le cui repliche si estendono sino al 27 aprile . Puccini tornerà a Roma in estate con un nuovo allestimento di “Madame Butterfly”. Il 14 gennaio, l’inaugurazione della stagione è stata interrotta più volte. Non da contestazioni ma da applausi a scena aperta e richieste di bis (di cui uno accordato), nonché da oltre un quarto d’ora di ovazioni quando è calato il sipario. Il 14 gennaio 1900 giorno in cui ha debuttato “Tosca”, è considerata, convenzionalmente, come la data in cui è cominciato il Novecento musicale italiano. “Tosca” è un vero e proprio “dramma in musica”, serrato come un “giallo”, con tanto di colpo di scena finale. Costituisce l’ingresso di Puccini nel verismo tinto da grand-opéra ed è prova di ricchissima invenzione musicale e di una prodigiosa orchestrazione (circa 60 temi intrecciati secondo il procedimento wagneriano dei leit-motiv), con cui si apre il sentiero che porta a Debussy, a Strauss a Janaceck.
Il nuovo allestimento di Franco Zeffirelli ricalca quello che per oltre tre lustri, si replica, con successo, al Metropolitan: una visione colossal di una Roma, al tempo stesso, barocca, sensuale e perversa, con una ricostruzione dettagliata dei luoghi dei tre atti (Santa Andrea della Valle, Palazzo Farnese, Castel Sant’Angelo). E’ fedele, minuziosamente, al libretto ed accattivante per il pubblico. Curatissima la recitazione.
Ha debuttato nel ruolo Martina Serafin, soprano austriaco (della compagnia della Staatsoper di Vienna) famosa per le sue interpretazioni di Strauss e Wagner. E’ una Tosca giovane, bella e carica di eros; registro ampio, fraseggio impeccabile e grande abilità nell’ascendere a tonalità alte ed a discerne. Costruisce una Tosca molto simile a quella che Zeffirelli diresse a Londra nel 1964 con Maria Callas (pure in quanto i costumi si assomigliano). Le sono stati richiesti bis al primo e soprattutto al secondo atto. Marcelo Àlvarez è un Cavaradossi generoso, con un timbro chiaro, una gestione accurata del registro di mezzo e la capacità di tenere a lungo i “do”; pure a lui richieste di bis di cui una concessa. Nelle repliche di aprile, altri tre nomi di rilievo: Myrtò Papatanasiou, Giuseppe Gipali e Silvio Zanon,
Sotto il profilo orchestrale, l’aspetto più importante è la concertazione di Gianluigi Gelmetti e la prova data dall’orchestra nello scavare in una scrittura musicale, troppo stesso trattata con un certa approssimazione. Gelmetti dilata i tempi proprio per dare modo di percepire il preziosismo dei 60 temi intrecciati (dimensione spesso trascurata nelle letture correnti).

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