mercoledì 19 marzo 2008

LA CRISI E LE SCELTE DEGLI USA

Chi conosce il Presidente del Federal Reserve Board (in gergo la Fed) Ben Bernanke sa che da bambino era un avido lettore dei fumetti di Pecos Bill. Ed al pistolero dei Western Anni 50 assomiglia pure fisicamente. Pecos Bill ha la mira perfetta e non fallisce un colpo (anche dalle posizione più insolite). Però capita anche a lui di finire le munizioni. E’ questo quanto percepiscono i mercati finanziari che reagiscono con una forte volatilità. Per i risparmiatori dell’area dell’euro, il suggerimento è di non fare operazioni azzardate (neanche consolidare le perdite della valorizzazioni dell’azionario scappando verso l’obbligazionario), ma aspettare, con nervi saldi, che la tempesta passi.
E’ iniziata negli Usa a ragione di tre cerchi viziosi- quello dei mutui subprime nell’aspettativa di aumenti vertiginosi dei valori immobiliari; quello delle banche che tramite società ad hoc (Siv, Special investment vehicle) sono entrate in campi rischiosi e di cui hanno poca dimestichezza; quello dell’impacchettamento di strumenti finanziari poco affidabili con titoli più solidi in combinazioni sempre meno trasparenti. La triplice catena di Sant’Antonio si è spezzata quando è scoppiato il primo cerchio. Oltre che viziosi, i cerchi sono contagiosi; tuttavia, l’area dell’euro ha paratie più forti di quelle degli Usa e del Regno Unito grazie a regole più rigorose di vigilanza e divieti di salvataggi da parte di Pantalone. Nata negli Stati Uniti, è Oltreatlantico che la crisi può e deve trovare soluzione.
Bernanke-Pecos Bill ha utilizzato tutte le cartucce a sua disposizione: portato rasoterra l’interbancario (il tasso direttore del mercato finanziario Usa), abbassato il tasso di sconto ( che oltre oceano ha la funzione limitata di operare unicamente per le banche che scontano direttamente alla Fed) , immesso liquidità accettando titoli di dubbia qualità come garanzia per buoni titoli federali, definito una rete di sicurezza suppletiva all’assicurazione federale sui depositi, anche scovato un regolamento degli Anni 30 (probabilmente abrogato e, secondo alcuni, incostituzionale) per la complicata operazione di salvataggio della Bear Stearns (tramite l’acquisto da parte della JPMorgan Chase). La fantasia non gli è mancata. Il coraggio neanche. Tanto da essere considerato un temerario. Tuttavia, non solo ha le pistole scariche ma è difficile vedere come nella sua funzione di guida dell’autorità monetaria possa inventarsi altri marchingegni. La palla ora passa alla Casa Bianca.

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