Salisburgo va alla conquista del Messico
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Dopo la
consueta ouverture spirituale con dieci giorni di musica sacra, il Festival di
Salisburgo, che ha luogo nella città austriaca sino a fine agosto, ha
inaugurato la sezione dedicata al teatro in musica con La conquista del Messico
di Wolfgang Rihm. Tratto da un racconto di Antonin Artaud degli anni Trenta,
affronta l'equilibrio del rapporto di coppia: se non c'è, soprattutto quello di
potere, si va alla distruzione della società tutta.
La regia di Peter Konwitschny e i costumi e le
scene Johannes Leiacker situano il dramma in un condominio moderno. Il
conquistatore Ferdinando Cortez, interpretato da Bo Skovhus, e il Re Montezuma,
recitato dal soprano drammatico Angela Denoke, esprimono mondi differenti. E,
nonostante abbiano rapporti carnali, non si stabilisce tra loro un vero
equilibrio. Gli spagnoli uccidono il Re degli Inca, Montezuma, ma il popolo, in
rivolta, fa a sua volta strage degli spagnoli e Cortez si suicida. L'orchestra,
composta da 48 elementi e diretta da Ingo Metzmacher è situata, oltre che in
buca, in varie parti della sala in modo da avvolgere gli spettatori con
l'ausilio sia di strumenti etnici latino-americani sia di elettronica. È uno
spettacolo senza dubbio duro e in certi momenti estremo, ma sicuramente
affascinante. Lo si vedrà a Madrid e forse anche alla Scala di Milano.
(riproduzione riservata)
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