martedì 4 agosto 2015

Il Pellegrinaggio a Salisburgo in Formiche agosto

Il Pellegrinaggio a Salisburgo
di Beckmesser 
Un tempo, per devozione wagneriana,
ogni agosto si andava
in pellegrinaggio a Bayreuth. Da
alcuni anni, tanto il caldo terribile
nel teatro in legno nella cittadina
dell’alta Baviera, quanto le regie
discutibili, hanno indotto numerosi
pellegrini musicali ad andare a
Salisburgo. Al festival estivo mezzo
milioni di fortunati, su 800mila
richiedenti, riescono a comprare i
biglietti: prezzi per tutte la tasche
da 410 a 20 euro.
I quattro festival più importanti
iniziano a gennaio e terminano
all’inizio di settembre. Quindi, Salisburgo
è in festival tutto l’anno
e, dei festival, ha fatto una vera
industria.
Apre le danze la settimana mozartiana
tra gennaio e febbraio
(Mozart nacque a Salisburgo il
27 gennaio 1756). Vi si possono
ascoltare tre delle maggiori orchestre
del mondo: la Filarmonica
di Vienna, l’Orchestra del Mozarteum
di Salisburgo, così come la
straordinaria Scottish Chamber
Orchestra. Interpreti stellari includono
conduttori francesi come
Loius Langrée e Marc Minkowski,
nonchè britannici come Ivor Bolton
e Robin Ticciati. Quest’anno ha
mostrato la messa in scena della
cantata Davide Penitente, con la
coreografia di Bartabas e del suo
team dell’Académie équestre de
Versailles, quindi con cavalli danzanti
sul palcoscenico.
Viene poi il festival di Pasqua, affidato
alla StaatsKapelle di Dresda
diretta da Christian Thielemann.
Oltre ai numerosi concerti, il pezzo
forte è stata la prima in un festival
salisburghese della Cavalleria
rusticana di Pietro Mascagni e dei
Pagliacci di Ruggero Leoncavallo
con la bacchetta di Thielemann e
regia, scene e costumi di Philipp
Stöltz e interpreti d’eccezione
come Jonas Kaufmann, Ambrogio
Maestri, Liudmyla Monastyrska e
Maria Agresta.
Poche intense giornate di maggio
per il festival di Pentecoste, diretto
da Cecilia Bartoli. Oltre ai concerti,
due chicche: Iphigénie en Tauride
di Christoph Gluck e Semele di
George Friederich Händel.
Dal 18 luglio al 30 agosto, il consueto
festival estivo con almeno
sei spettacoli al giorno tra opera,
concerti e prosa. Quest’anno, nella
sezione opera vengono ripresi
tre allestimenti recenti (Der Rosenkavalier
di Strauss, Il Trovatore
di Verdi e la Norma di Bellini), ma
l’inaugurazione è affidata a Die
Eroberung von Mexico di Wolfgang
Rhim. Altri nuovi allestimenti di rilievo:
Le nozze di Figaro di Mozart,
Fidelio di Beethoven (in omaggio
alla caduta del muro di Berlino),
Werther di Massenet, Dido and
Aeneas di Purcell ed Ernani di
Verdi, nonché Iphigénie en Tauride
di Gluck. Nella sinfonica e cameristica,
grande accento sulla musica
contemporanea in occasione
dei novant’anni di Pierre Boulez.
Quattro i titoli di prosa: il consueto
Jedermann di von Hofmannsthal,
la prima versione di Mack the
knife di Brecht e Weill, Clavigo di
Goethe e The Comedy of errors di
Shakespeare.
Per avere un’idea della varietà del
programma, si pensi che nel 2016
il festival di Pentecoste propone
un cartellone improntato su un
classico per eccellenza, Giulietta
e Romeo. Ma il pezzo forte sarà
West Side Story di Leonard Berstein,
nel teatro ricavato nella cavallerizza
del principe-arcivescovo.
Cecilia Bartoli sarà Maria, mentre
Norman Rheinhardt vestirà i panni
di Tony. La regia è affidata a Phil
McKinley, con Gustavo Dudamel a
dirigere l’orchestra giovanile Simon
Bolivar. Per l’occasione verrà utilizzata
la versione operistica, non
quella per commedia musicale,
che lo stesso Bernstein diresse
con Kiri Te Kanawa nel ruolo di
Maria, José Carreras in quello di
Tony, Tatiana Troyanos in quello
di Anita. Il disco che ne fu tratto
vinse il Grammy award nel 1985.
Il resto del festival è dedicato a
varie versioni della tragedia shakespeariana.
Qualcosa da imparare per i nostri
festival? Il 30% degli incassi sono
sovvenzioni pubbliche. Il restante
70% proviene da biglietteria,
vendita di spettacoli ad altri teatri,
cessione di diritti – cinematografici
e televisivi – e sponsorizzazioni.
Il pellegrinaggio
a Salisburgo89
Palchi
e platee
di Beckmesser
Un tempo, per devozione wagneriana,
ogni agosto si andava
in pellegrinaggio a Bayreuth. Da
alcuni anni, tanto il caldo terribile
nel teatro in legno nella cittadina
dell’alta Baviera, quanto le regie
discutibili, hanno indotto numerosi
pellegrini musicali ad andare a
Salisburgo. Al festival estivo mezzo
milioni di fortunati, su 800mila
richiedenti, riescono a comprare i
biglietti: prezzi per tutte la tasche
da 410 a 20 euro.
I quattro festival più importanti
iniziano a gennaio e terminano
all’inizio di settembre. Quindi, Salisburgo
è in festival tutto l’anno
e, dei festival, ha fatto una vera
industria.
Apre le danze la settimana mozartiana
tra gennaio e febbraio
(Mozart nacque a Salisburgo il
27 gennaio 1756). Vi si possono
ascoltare tre delle maggiori orchestre
del mondo: la Filarmonica
di Vienna, l’Orchestra del Mozarteum
di Salisburgo, così come la
straordinaria Scottish Chamber
Orchestra. Interpreti stellari includono
conduttori francesi come
Loius Langrée e Marc Minkowski,
nonchè britannici come Ivor Bolton
e Robin Ticciati. Quest’anno ha
mostrato la messa in scena della
cantata Davide Penitente, con la
coreografia di Bartabas e del suo
team dell’Académie équestre de
Versailles, quindi con cavalli danzanti
sul palcoscenico.
Viene poi il festival di Pasqua, affidato
alla StaatsKapelle di Dresda
diretta da Christian Thielemann.
Oltre ai numerosi concerti, il pezzo
forte è stata la prima in un festival
salisburghese della Cavalleria
rusticana di Pietro Mascagni e dei
Pagliacci di Ruggero Leoncavallo
con la bacchetta di Thielemann e
regia, scene e costumi di Philipp
Stöltz e interpreti d’eccezione
come Jonas Kaufmann, Ambrogio
Maestri, Liudmyla Monastyrska e
Maria Agresta.
Poche intense giornate di maggio
per il festival di Pentecoste, diretto
da Cecilia Bartoli. Oltre ai concerti,
due chicche: Iphigénie en Tauride
di Christoph Gluck e Semele di
George Friederich Händel.
Dal 18 luglio al 30 agosto, il consueto
festival estivo con almeno
sei spettacoli al giorno tra opera,
concerti e prosa. Quest’anno, nella
sezione opera vengono ripresi
tre allestimenti recenti (Der Rosenkavalier
di Strauss, Il Trovatore
di Verdi e la Norma di Bellini), ma
l’inaugurazione è affidata a Die
Eroberung von Mexico di Wolfgang
Rhim. Altri nuovi allestimenti di rilievo:
Le nozze di Figaro di Mozart,
Fidelio di Beethoven (in omaggio
alla caduta del muro di Berlino),
Werther di Massenet, Dido and
Aeneas di Purcell ed Ernani di
Verdi, nonché Iphigénie en Tauride
di Gluck. Nella sinfonica e cameristica,
grande accento sulla musica
contemporanea in occasione
dei novant’anni di Pierre Boulez.
Quattro i titoli di prosa: il consueto
Jedermann di von Hofmannsthal,
la prima versione di Mack the
knife di Brecht e Weill, Clavigo di
Goethe e The Comedy of errors di
Shakespeare.
Per avere un’idea della varietà del
programma, si pensi che nel 2016
il festival di Pentecoste propone
un cartellone improntato su un
classico per eccellenza, Giulietta
e Romeo. Ma il pezzo forte sarà
West Side Story di Leonard Berstein,
nel teatro ricavato nella cavallerizza
del principe-arcivescovo.
Cecilia Bartoli sarà Maria, mentre
Norman Rheinhardt vestirà i panni
di Tony. La regia è affidata a Phil
McKinley, con Gustavo Dudamel a
dirigere l’orchestra giovanile Simon
Bolivar. Per l’occasione verrà utilizzata
la versione operistica, non
quella per commedia musicale,
che lo stesso Bernstein diresse
con Kiri Te Kanawa nel ruolo di
Maria, José Carreras in quello di
Tony, Tatiana Troyanos in quello
di Anita. Il disco che ne fu tratto
vinse il Grammy award nel 1985.
Il resto del festival è dedicato a
varie versioni della tragedia shakespeariana.
Qualcosa da imparare per i nostri
festival? Il 30% degli incassi sono
sovvenzioni pubbliche. Il restante
70% proviene da biglietteria,
vendita di spettacoli ad altri teatri,
cessione di diritti – cinematografici
e televisivi – e sponsorizzazioni.
Il pellegrinaggio
a Salisburgo

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