Merkel alle prese con lo stesso dilemma di
Bismarck
Il Bundestag esaminerà oggi l’accordo intergovernativo con
cui gli Stati dell’Eurozona si apprestano a finanziare il terzo piano di
salvataggio della Grecia. È un passaggio cruciale: in caso di pollice verso, il
piano andrà a gambe all’aria e la Grecia sarà «non solvente» nei confronti
della Bce e di altri creditori. L’esito potrebbe essere l’uscita di Atene
dall’unione monetaria e dalla stessa Ue. Ne potrebbe conseguire lo sfarinamento
dell’Eurozona e una pausa nel processo d’integrazione europea. I sondaggi
affermano che la grande coalizione al governo a Berlino dovrebbe tenere botta,
ma tra gli oppositori ci sono non solo i tradizionalisti del centro- destra e i
partiti estremisti e populisti, ma anche un numero crescente di
socialdemocratici. Il partito socialdemocratico ha una base operaia. I suoi
eletti temono di dover presentare agli elettori un terzo salvataggio,
alimentato con i risparmi degli operai. Ancora peggio se – come molti temono –
il terzo salvataggio non metterà adeguatamente in moto l’economia reale greca e
tra due-tre anni Atene tornerà a batter cassa per evitare il crollo del
Partenone.
Molto dipenderà da come la Signora Merkel chiederà di
approvare il terzo salvataggio. In cuor suo sa che non si tratta di pur
necessaria solidarietà nei confronti della piccola Repubblica Ellenica, entrata
quasi per errore nell’Unione monetaria e comportatasi da discolo , piuttosto
che da Paese virtuoso e meritevole di essere incoraggiato. Angela Merkel, come
quasi tutti gli esponenti Cdu/Csu, è fortemente europeista e consapevole che le
ragioni riguardano il ruolo della Germania in Europa.
Oggi il cancelliere ha lo stesso dilemma che cento trenta
anni fa aveva Bismarck. Da un canto, la Germania è troppo grande rispetto agli
altri Paesi europei: se prende un raffreddore, causa ad altri un attacco di
polmonite. Dall’altro la Germania è troppo piccola per curare tutti i problemi
europei. Per questo motivo, l’unico futuro possibile per la Germania è una
maggiore integrazione europea, anche se difficile da far digerire ai propri
elettori, soprattutto in vista di un ipotetico terzo mandato alla guida della
corazzata tedesca. Un discorso piano che spiegasse il dilemma della Germania
probabilmente risolverebbe il dilemma della Signora Merkel. E convincerebbe
molti dubbiosi.
Giuseppe Pennisi
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