UN SETTEMBRE MUSICALE IN ROMANIA
\Dal 1958, quando tre anni dopo la morte
di George Enescu (a cui il festival è dedicato) , la manifestazione (biennale)
è iniziata, parte dei musicofili che hanno seguito le ultime settimane del
festival estivo di Salisburgo viaggia alla volta dell’Est- verso la Romania.
Ogni due anni per circa un mese vi si danno appuntamento le maggiori orchestre
sinfonici ed i maggiori complessi cameristici (nonché una selezione di teatri
lirici e di ensemble di musica contemporanea. Per un periodo, si è trattato di
una manifestazione regionale in cui si potevano ascoltare complessi e
compositori dell’Europa centro-orientale raramente presenti nei teatri e nelle
sale di concerto occidentale. Quest’anno, si può ammirare il nuovo Gran Palazzo
della Musica (oltre al deliziose Atheneum Romeno ed al bel Teatro dell’Opera di
fine ottocento, nonché altri luoghi dedicati alla musica), ma grande ad un
cartellone intenso (gli spettacoli iniziano alle 11 del mattino ed il sipario
dell’ultimo si alza alle 22,30) si può anche in pochi giorni avere un panorama
della musica oggi. Il festival 2015 si estende dal 30 agosto al 20 settembre. I
romeni dedicano notevolissime risorse ad un festival che per loro ha
rappresentato l’affermazione di una nazione , e di una cultura nazionale di
matrice latina, anche negli anni più neri dello stalinismo e della dittatura di
Ceauşescu.
A questa di per se stessa ottima ragione
, se ne aggiungono altre due. In primo luogo,
nell’arco di tre settimane, sono
presenti al festival le maggiori orchestre sinfoniche, quali la Berlin
Philharmonic Orchestra, i Wiener Philharmoniker, la London Symphony Orchestra, la
Royal Concertgebouw Orchestra di Amsterdam, la Staatskapelle di Dresda, la San
Francisco Symphony Orchestra, la Sankt Petersburgh Orchestra, l’Israel
Philharmonic Orchestra, dirette dai loro principali maestri ( quali Sir Simon
Rattle, Andris Nelsons, Zubin Mehta,
Semyon Bychkov, Christian Thielemann , Yuri Temirkanov ) e con solisti come Murray Perahia, David Garrett,
All’interno del festival, inoltre, c’è
un programma di musica lirica che – oltre a presentare Elektra di Richard
Strauss affidata ai complessi della Bayerische Staatsoper di Monaco e Wozzeck di
Alban Berg nell’edizione del Teatro dell’Opera di Bucarest, include una sezione
preziosa ed elegante dedicate alle opere rare italiane – difficili da ascoltare
anche nel Belpaese: Catone in Utica di Leonardo Vinci (6 settembre) sarà
interpretata dall’Orchestra Il Pomo d’Oro alla guida del romano Riccardo Minasi
. Il ritorno di Ulisse in patria e L’incoronazione
di Poppea ambedue di Claudio Monteverdi affidate alla Academy of
Ancient Music britannica, specialista di musica barocca che predilige gli
strumenti d’epoca e un approccio che mira a riportare in vita lo stile
esecutivo dell’epoca.
Tra le presenze italiane oltre a Minasi
si esibiranno la giovane e talentuoso ventiquattrenne pugliese Marzia Marzo
nell’Elektra e il mezzosoprano veneto
Marina De Liso) che vanta una carriera internazionale e che per l’occasione interpreterà
Ottavia nell’ Incoronazione di Poppea.
Oltre alla capitale, l’itinerario dei
concerti ricopre il più vasto territorio romeno, interessando alcune delle
principali mete artistiche e naturalistiche del paese che hanno peraltro
caratterizzato il percorso formativo di George Enescu anche in regioni molto
attraenti sotto il profilo paesaggistico ed architettonico
La direzione del festival è assicurata dal 2010 da Ioan Holender (cittadino austriaco ma nato in Romania) . In precedenza Holender è stato per circa
vent’anni alla guida della Staatsoper di Vienna, il musicista che più a lungo
ha ricoperto il difficile ed ambito incarico
A rivederci a Bucarest. E dintorni
Nessun commento:
Posta un commento