Ravenna
celebra Dante Mai così Divina
di Giuseppe Pennisi
Nato nel 1990, il festival di
Ravenna ha trasformato la città adriatica in una piccola Salisburgo in cui le
manifestazioni si susseguono per gran parte dell'anno. Il Festival estivo (fino
al 27 luglio) è preceduto da una stagione lirica di sette titoli (oltre alla
prosa) ed è seguito da una trilogia autunnale con tre opere in tre fine
settimana.
Per i 750 anni dalla nascita di Dante, nel 2015 inizia una serie di
festival incentrati sull'autore della Divina Commedia. Gli eventi si
protrarranno, ad anni alterni, fino al 2021, ricorrenza della morte del poeta a
Ravenna, avvenuta il 14 settembre 1321. I primi due lavori per la scena
presentati sono debutti mondiali co-prodotti con il Festival di Spoleto e altri
palcoscenici. La prima, L'Amor che move il sole e le altre stelle, è una video
opera di Adriano Guarnieri con un ensemble strumentale, tre solisti, un
quintetto vocale, un piccolo coro e un imponente apparato registico e
scenografico (Cristina Mazzavillani Muti, Vincent Longuemare, Davide Broccoli,
Ezio Antonelli). Tentare di catturare il Paradiso in meno di un'ora è compito
improbo e infatti l'ascolto non è facile. Di tutt'altro stile La Vita Nuova di
Nicola Piovani, una cantata con Elio Germano (voce recitante) e Rosa Feola
(soprano). Una partitura accattivante in cui il testo dantesco senza mutare di
una virgola è attualizzato a oggi. Belle le arie ed eccellente la ballata per
il soprano. (riproduzione riservata)
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