martedì 30 giugno 2015

Teatro di risanamento: il Massimo di Palermo in Tempi 30 giugno



Teatro di risanamento: il Massimo di Palermo
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giugno 30, 2015 Giuseppe Pennisi
Il bilancio che per il secondo anno chiude in attivo, ma soprattutto rilancio e accessibilità a tutte le fasce del pubblico, con una politica dei prezzi che va incontro alle esigenze di tutti
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Un tempo considerato un pozzo senza fondo di debiti, il Teatro Massimo di Palermo (di cui mostriamo le terrazze che verranno aperte al pubblico il 9 agosto) è sulla via del risanamento. Il bilancio che per il secondo anno chiude in attivo, ma soprattutto rilancio e accessibilità a tutte le fasce del pubblico, con una politica dei prezzi che va incontro alle esigenze di tutti e si lascia alle spalle una concezione elitaria del teatro; aumento della produzione; incremento degli spettatori; consolidamento sul piano progettuale e artistico, di una rete internazionale di rapporti.
Il Teatro Massimo, a un anno dall’insediamento dei nuovi vertici, fa il bilancio dei risultati raggiunti e illustra le prospettive sul 2016, con un incremento consistente dei titoli e della produzione e la crescita di circa 30 per cento delle aperture di sipario in Sala Grande. Un incremento cui corrispondono innovative politiche di prezzo, con la possibilità di pagare l’abbonamento a rate e con l’abbattimento del costo medio dell’abbonamento di una percentuale che va dal 10 al 19 per cento, a fronte di un maggior numero di spettacoli. Il costo degli abbonamenti alla stagione 2016 andrà da 725 euro del primo turno ai 37,5 del turno S1 riservato agli studenti.
Numeri cui si accompagnano i dati sul risanamento, con l’approvazione del bilancio consuntivo 2014 con un avanzo di amministrazione di centomila euro, l’ingresso di un nuovo socio privato nella compagine della Fondazione (Amap, che entra con 12 mila euro all’anno per 3 anni), rapporti di coproduzione e di progettualità comune con una rete di Teatri nazionali e internazionali.
«Abbiamo risanato rilanciando – ci ha detto il sovrintendente Francesco Giambrone  -; perché non ha senso parlare di risanamento ripiegandosi su se stessi, magari tagliando la produzione, senza porsi in un’ottica di rilancio. Abbiamo deciso di rispondere alla crisi gestendo responsabilmente i conti, mettendo in sicurezza i bilanci e la Fondazione, e parallelamente incrementando la produzione, mettendo in cantiere spettacoli di qualità e politiche in grado di attrarre nuovi pubblici».
«Il Teatro Massimo è oggi un Teatro che risana, rilancia, produce – dice il sindaco e presidente della Fondazione, Leoluca Orlando – a dimostrazione che la buona gestione produce economia anche in tempi di crisi. Il Teatro Massimo oggi, grazie all’impegno e al senso di responsabilità di quanti vi lavorano e al progetto di risanamento e rilancio in corso, è un teatro che ha ripreso il suo posto nella città: quello di una istituzione culturale di eccellenza, aperta, viva, vitale e di riferimento».
I numeri dicono che nel 2013 le aperture di sipario in Sala Grande sono state 115, e nel 2016 saranno 145 (+26 per cento), mentre la produzione totale, compresa l’attività nelle altre sale, è stata di 137 nel 2013 a fronte di 243 del 2016 (+76 per cento). Già i dati dei primi cinque mesi del 2015 parlano di una crescita sensibile del numero degli spettatori (la percentuale di occupazione media della Sala Grande è stata del 73,4 per cento, a fronte del 61,3 del 2013, +20 per cento), mentre continua il boom delle visite guidate: oltre 26 mila e 500 nei primi cinque mesi del 2015 a fronte delle 18.200 nello stesso periodo del 2014, un incremento del 45 per cento. Un dato diventato ormai significativo anche in termini di bilancio: 250 mila euro gli introiti nel 2014, oltre 300 mila la previsione nel 2015.
Ma è tutto il capitolo delle entrate proprie ad avviarsi verso la crescita nel 2015: oltre alle visite guidate e ai ricavi da affitto delle sale e degli allestimenti, gli introiti derivanti dal Caffè del teatro aperto lo scorso marzo, la gara per i distributori automatici di bevande e snack appena espletata, così come un importante peso avranno i risparmi ottenuti attraverso il ricorso alla Consip per la fornitura di servizi e dell’internalizzazione del botteghino e dei servizi di vigilanza, attuati attraverso il virtuoso utilizzo di personale interno riqualificato attraverso corsi di formazione.
Così, superata la grossa passività del 2012 (oltre 3 milioni) e chiusi in attivo i bilanci 2013 e 2014, si punta ad avere analogo risultato nel 2015: cosa che consentirà di attingere alla quota del Fus messa a disposizione delle fondazioni virtuose che chiudono per tre anni i bilanci con un risultato positivo. E si attende a giorni il via libera del ministero dell’Economia e delle Finanze al piano di risanamento, che darà al Teatro l’opportunità di ottenere un prestito di 8 milioni di euro a tasso agevolato: soldi che consentiranno di abbattere il costo dei mutui contratti nel 2005 con la Banca popolare siciliana, allora Banca di Lodi. Il mutuo, che ammontava a 20 milioni di euro, si è ridotto adesso a 14. Il prestito da 8 milioni di euro lo ridurrà a 6. Il piano di risanamento ha già superato positivamente il primo grado di approvazione, quello del commissario governativo per la gestione del Fondo di risanamento dei teatri in crisi.
La prossima stagione inizia con conclusione del Ring wagneriano con Götterdämmerung diretto dal regista inglese Graham Vick Altri aspetti salienti   il debutto nel ruolo di Attila  di Erwin Schrott, una nuova produzione di La Cenerentola con la regia di Giorgio Barberio Corsetti; Jenůfa di Janáček nella produzione di Robert Carsen; una serata donizettiana con il soprano Mariella Devia; celebri pagine del repertorio sinfonico e sinfonico-corale interpretate da direttori come Gabriele Ferro, Daniel Oren, Fabio Biondi, Aziz  Shokhakimov; la presenza di protagonisti della danza, della musica e del canto come la ballerina Eleonora Abbagnato, il pianista Uri Caine, il trombettista Paolo Fresu, i soprani Hui He ed Elena Mosuc. E ancora una nuova opera di Giovanni Sollima con le immagini di Letizia Battaglia e il testo del giornalista Attilio Bolzoni.


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