Teatro di risanamento: il
Massimo di Palermo
giugno
30, 2015 Giuseppe
Pennisi
Il bilancio che per il secondo anno chiude in
attivo, ma soprattutto rilancio e accessibilità a tutte le fasce del pubblico,
con una politica dei prezzi che va incontro alle esigenze di tutti
Un tempo
considerato un pozzo senza fondo di debiti, il Teatro Massimo di Palermo (di
cui mostriamo le terrazze che verranno aperte al pubblico il 9 agosto) è sulla
via del risanamento. Il bilancio che per il secondo anno chiude in attivo, ma soprattutto rilancio e accessibilità a tutte le
fasce del pubblico, con una politica dei prezzi che va incontro alle esigenze
di tutti e si lascia alle spalle una concezione elitaria del teatro; aumento
della produzione; incremento degli spettatori;
consolidamento sul piano progettuale e artistico, di una rete internazionale di
rapporti.
Il Teatro Massimo, a un anno dall’insediamento dei nuovi vertici, fa il bilancio dei risultati raggiunti e illustra le prospettive sul 2016, con un incremento consistente dei titoli e della produzione e la crescita di circa 30 per cento delle aperture di sipario in Sala Grande. Un incremento cui corrispondono innovative politiche di prezzo, con la possibilità di pagare l’abbonamento a rate e con l’abbattimento del costo medio dell’abbonamento di una percentuale che va dal 10 al 19 per cento, a fronte di un maggior numero di spettacoli. Il costo degli abbonamenti alla stagione 2016 andrà da 725 euro del primo turno ai 37,5 del turno S1 riservato agli studenti.
Numeri cui si accompagnano i dati sul risanamento, con l’approvazione del bilancio consuntivo 2014 con un avanzo di amministrazione di centomila euro, l’ingresso di un nuovo socio privato nella compagine della Fondazione (Amap, che entra con 12 mila euro all’anno per 3 anni), rapporti di coproduzione e di progettualità comune con una rete di Teatri nazionali e internazionali.
Il Teatro Massimo, a un anno dall’insediamento dei nuovi vertici, fa il bilancio dei risultati raggiunti e illustra le prospettive sul 2016, con un incremento consistente dei titoli e della produzione e la crescita di circa 30 per cento delle aperture di sipario in Sala Grande. Un incremento cui corrispondono innovative politiche di prezzo, con la possibilità di pagare l’abbonamento a rate e con l’abbattimento del costo medio dell’abbonamento di una percentuale che va dal 10 al 19 per cento, a fronte di un maggior numero di spettacoli. Il costo degli abbonamenti alla stagione 2016 andrà da 725 euro del primo turno ai 37,5 del turno S1 riservato agli studenti.
Numeri cui si accompagnano i dati sul risanamento, con l’approvazione del bilancio consuntivo 2014 con un avanzo di amministrazione di centomila euro, l’ingresso di un nuovo socio privato nella compagine della Fondazione (Amap, che entra con 12 mila euro all’anno per 3 anni), rapporti di coproduzione e di progettualità comune con una rete di Teatri nazionali e internazionali.
«Abbiamo risanato
rilanciando – ci ha detto il sovrintendente Francesco Giambrone -; perché
non ha senso parlare di risanamento ripiegandosi su
se stessi, magari tagliando la produzione, senza porsi in un’ottica di
rilancio. Abbiamo deciso di rispondere alla crisi gestendo responsabilmente i
conti, mettendo in sicurezza i bilanci e la Fondazione, e parallelamente
incrementando la produzione, mettendo in cantiere
spettacoli di qualità e politiche in grado di attrarre nuovi pubblici».
«Il Teatro Massimo è oggi un Teatro che risana, rilancia, produce – dice il sindaco e presidente della Fondazione, Leoluca Orlando – a dimostrazione che la buona gestione produce economia anche in tempi di crisi. Il Teatro Massimo oggi, grazie all’impegno e al senso di responsabilità di quanti vi lavorano e al progetto di risanamento e rilancio in corso, è un teatro che ha ripreso il suo posto nella città: quello di una istituzione culturale di eccellenza, aperta, viva, vitale e di riferimento».
«Il Teatro Massimo è oggi un Teatro che risana, rilancia, produce – dice il sindaco e presidente della Fondazione, Leoluca Orlando – a dimostrazione che la buona gestione produce economia anche in tempi di crisi. Il Teatro Massimo oggi, grazie all’impegno e al senso di responsabilità di quanti vi lavorano e al progetto di risanamento e rilancio in corso, è un teatro che ha ripreso il suo posto nella città: quello di una istituzione culturale di eccellenza, aperta, viva, vitale e di riferimento».
I numeri dicono che
nel 2013 le aperture di sipario in Sala Grande sono state 115, e nel 2016
saranno 145 (+26 per cento), mentre la produzione totale, compresa l’attività nelle altre sale, è stata di 137 nel 2013 a
fronte di 243 del 2016 (+76 per cento). Già i dati dei primi cinque mesi del
2015 parlano di una crescita sensibile del numero degli spettatori (la
percentuale di occupazione media della Sala Grande è
stata del 73,4 per cento, a fronte del 61,3 del 2013, +20 per cento), mentre
continua il boom delle visite guidate: oltre 26 mila e 500 nei primi cinque
mesi del 2015 a fronte delle 18.200 nello stesso periodo del 2014, un
incremento del 45 per cento. Un dato diventato ormai
significativo anche in termini di bilancio: 250 mila euro gli introiti nel
2014, oltre 300 mila la previsione nel 2015.
Ma è tutto il
capitolo delle entrate proprie ad avviarsi verso la crescita nel 2015: oltre
alle visite guidate e ai ricavi da affitto delle sale
e degli allestimenti, gli introiti derivanti dal Caffè del teatro aperto lo
scorso marzo, la gara per i distributori automatici di bevande e snack appena
espletata, così come un importante peso avranno i risparmi ottenuti attraverso il ricorso alla Consip per la fornitura di servizi e
dell’internalizzazione del botteghino e dei servizi di vigilanza, attuati
attraverso il virtuoso utilizzo di personale interno riqualificato attraverso
corsi di formazione.
Così, superata la
grossa passività del 2012 (oltre 3 milioni) e chiusi
in attivo i bilanci 2013 e 2014, si punta ad avere analogo risultato nel 2015:
cosa che consentirà di attingere alla quota del Fus messa a disposizione delle
fondazioni virtuose che chiudono per tre anni i bilanci
con un risultato positivo. E si attende a giorni il via libera del ministero
dell’Economia e delle Finanze al piano di risanamento, che darà al Teatro
l’opportunità di ottenere un prestito di 8 milioni di euro a tasso agevolato:
soldi che consentiranno di abbattere il costo dei
mutui contratti nel 2005 con la Banca popolare siciliana, allora Banca di Lodi.
Il mutuo, che ammontava a 20 milioni di euro, si è ridotto adesso a 14. Il
prestito da 8 milioni di euro lo ridurrà a 6. Il piano di risanamento ha già superato positivamente il primo grado di approvazione,
quello del commissario governativo per la gestione del Fondo di risanamento dei
teatri in crisi.
La prossima
stagione inizia con conclusione del Ring wagneriano con Götterdämmerung diretto
dal regista inglese Graham Vick Altri aspetti
salienti il debutto nel ruolo di Attila di Erwin Schrott, una
nuova produzione di La Cenerentola con la regia di Giorgio Barberio Corsetti;
Jenůfa di Janáček nella produzione di Robert Carsen; una serata donizettiana con il soprano Mariella Devia; celebri pagine del
repertorio sinfonico e sinfonico-corale interpretate da direttori come Gabriele
Ferro, Daniel Oren, Fabio Biondi, Aziz Shokhakimov; la presenza di
protagonisti della danza, della musica e del canto come la ballerina Eleonora Abbagnato, il pianista Uri Caine, il trombettista
Paolo Fresu, i soprani Hui He ed Elena Mosuc. E ancora una nuova opera di
Giovanni Sollima con le immagini di Letizia Battaglia e il testo del
giornalista Attilio Bolzoni.
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